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Greenpeace bacchetta la produzione europea di mele, ma su quella italiana non ci sono ombre

Come già avvenuto con il report "Il gusto amaro della produzione europea di mele" pubblicato nel mese di giugno 2015 (cfr. FreshPlaza del 17/06/2015) Greenpeace riporta l'attenzione sulla "mela Europea" con il nuovo lavoro "L'applicazione di agrofarmaci nella produzione di mele in Europa".

Per quanto riguarda l'Italia, Greenpeace ha analizzato 10 campioni di mele, dove sono stati trovati tre soli residui delle sostanze attive Captano, Boscalid e Bupirimate, con livelli sempre molto bassi e spesso vicinissimi al limite di determinazione delle attrezzature di analisi.

Nel caso del Captano risultano tra 50 e 250 volte, nel caso del Boscalid tra 24 e 105 volte e nell'unico caso del Bupirimate di 18 volte inferiori rispetto al limite massimo ammesso dalla legislazione.

Va osservato che tre sostanze attive citate non sono incluse tra i potenziali "interferenti endocrini", non presentano problemi di "bioaccumulo" e non hanno effetti tossici sulle api.

I risultati pubblicati da Greenpeace dimostrano quindi, ancora una volta e con chiarezza, che i produttori Italiani di mele sono all'avanguardia e garantiscono i massimi standard di qualità e sicurezza della mela sia per il consumatore sia nei confronti dell'ambiente.

Questi risultati mettono in evidenza come l'elevato impegno del sistema produttivo delle mele italiane nel cercare costantemente nuove soluzioni per ridurre la dipendenza da sostanze chimiche, optando sempre quando possibile per soluzioni tecniche più naturali e sostenibili, è un fatto concreto.

La "produzione integrata avanzata" utilizzata da larghissima parte dei produttori italiani e la progressiva adozione di tecniche di difesa ammesse nel sistema "biologico", ci consentono oggi di dire con soddisfazione che gli sforzi fatti sono stati premiati.

I Produttori italiani di mele sono peraltro convinti della necessità di proseguire, assieme alle Istituzioni di Sperimentazione e Ricerca, nel loro lavoro di innovazione, proiettato a migliorare i già alti standard di sicurezza raggiunti.

Tale impegno si riflette in tutte le tecniche di coltivazione, con attenzione alla qualità delle acque, alla salvaguardia della vita nel terreno, alla qualità dei territori ed alle esigenze delle comunità che risiedono nelle aree di produzione.

Va tra tutti citata la "certificazione ambientale di prodotto" ottenuta dal sistema della mela italiana, che pone in evidenza il basso impatto in termini di utilizzo di suolo, di consumo di acqua ed il positivo impatto nella fissazione del carbonio (carbon footprint).

Questo impegno proseguirà anche nel futuro, in coerenza con tutte le istanze che i produttori conoscono ed hanno fatto proprie già da lungo tempo, con la disponibilità ad aprire un confronto aperto, ma scevro da pregiudizi di fondo, con le istituzioni, con le realtà associative e con la collettività sociale.

Assomela esprime infine la propria condivisione sulla necessità di raffinare il sistema di valutazione sugli effetti degli Agrofarmaci, che già oggi, sulla base della severa legislazione vigente, offre ampie garanzie di corretto utilizzo. Ma ciò dovrà avvenire con equilibrio e senza inaccettabili strumentalizzazioni.

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Assomela s.c. è il Consorzio delle Organizzazioni di Produttori di mele italiani che rappresenta l’80% della produzione melicola nazionale, a cui si associano le OP VOG (Marlene), VIP e VOG Products della Provincia di Bolzano, Melinda, "la Trentina" e Mezzocorona della Provincia di Trento, COZ e Nord Est della Regione Veneto, Melapiù della Regione Emilia Romagna, Rivoira e Lagnasco della Regione Piemonte, Friulfruct del Friuli Venezia Giulia e Melavì della Regione Lombardia.
Data di pubblicazione:

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