El Niño picchia duro in America Centrale: distrutte le coltivazioni, centinaia di migliaia di famiglie senza cibo
In particolare, a pagare il dazio maggiore a questo fenomeno climatico sono El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua, i paesi del cosiddetto 'corridoio secco', una regione spesso soggetta alla siccità e che copre quasi un terzo dell'America Centrale. Difatti per il secondo anno consecutivo qui si stanno facendo i conti con la siccità. Il Consiglio Agricolo dell'America Centrale, presieduto dai ministri dell'agricoltura dei paesi dell'area, ha dichiarato lo stato d'allerta: centinaia di migliaia di agricoltori dei quattro paesi, infatti, hanno perso gran parte, se non tutta, la loro produzione stagionale tra maggio e giugno. In particolare, si stima che sia andato perso il 60% della produzione di mais e l'80% di quella di fagioli.
Gli effetti della siccità in Nicaragua, causati da El Niño. Quest'anno si fa il bis...(Fonte foto: World Food Program/Oswaldo Rivas).
I governi dei quattro paesi hanno iniziato a distribuire alla popolazione aiuti come pompe per l'irrigazione, semi e fertilizzanti, ma pure razioni alimentari perché i danni causati dagli effetti di El Niño stanno portando a un deficit alimentare tra la popolazione. Nella regione colpita, la Fao sta mobilitando risorse finanziarie e persone per distribuire derrate alimentari e per aiutare gli agricoltori.
In totale si stima che nella regione le perdite di derrate alimentari si aggirino intorno ai 3 milioni di tonnellate. Per cercare di limitare i danni della siccità nel El Salvador sono stati spesi 28 milioni di dollari in più in sementi, fertilizzanti e pesticidi. Nelle aree più colpite del Guatemala invece sono andate perse l'80% delle colture e sono state colpite 150mila famiglie, mentre le piogge insufficienti stanno mettendo a rischio anche le semine per la prossima stagione. In Nicaragua è stata danneggiata la metà delle aree coltivabili e nelle zone più colpite la perdita delle produzioni è dell'ordine del 100%.
Stante la situazione, sono aumentate le importazioni dai paesi vicini dell'America Latina e in Honduras, Nicaragua ed El Salvador i prezzi alimentari sono saliti alle stelle, con aumenti record che nel primo paese sono stati anche del 20%. Solo in Guatemala i prezzi sono scesi, visto l'aumento dell'import dal Messico e grazie al fatto di essere un paese-corridoio per raggiungere gli altri tre.
Distribuzione di derrate alimentari in Nicaragua, nel 2014 come nel 2015 (Fonte foto: World Food Program/Sabrina Quezada).
Ma se nei quattro paesi dell'America Centrale il problema è la siccità, in Perù (ma pure in Ecuador) i timori associati al El Niño sono di natura opposta. Come riportato da La Republica le preoccupazioni principali sono per inondazioni e smottamenti, specie nella regione di Piura (Perù), nota per la sua produzione di banane, mango e avocado; grazie a questa regione, il Perù è il primo esportatore mondiale di banane bio e il quinto di mango. La paura principale è che, se le previsioni dovessero trovare conferma, quest'anno gli effetti di El Niño potrebbero bissare, se non superare, quelli causati a cavallo del 1997-98; a memoria l'anno più funesto in Perù. Allora, solo in agricoltura, ci furono perdite per 612 milioni di dollari e venne colpito il 61% dei terreni agricoli.
Per correre ai ripari, il governo regionale di Piura ha stanziato 60 milioni di dollari per interventi contro il dissesto sui fiumi Piura e Chira e per la costruzione di difese costiere. Il governo centrale peruviano invece - segnala Telsur Tv - ha stanziato 1 miliardo di dollari per opere di prevenzione alle prime avvisaglie della portata di El Niño di quest'anno e 500 milioni sono pronti per il post, preparandosi al peggio, mentre da più parti sono arrivate critiche che questi interventi andavano fatti prima e che le opere previste non saranno ancora pronte quando il fenomeno picchierà più duro in Perù.
Rielaborazione FreshPlaza su varie fonti.