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ANICAV: no ai dazi antidumping dell'Australia sulle conserve di pomodoro italiane

"I dazi antidumping sui pomodori conservati esportati dalle nostre aziende rischiano di avere un impatto sul consumo del prodotto italiano, che si rifletterebbe sicuramente in un maggior costo del prodotto tra l'altro posto a carico del consumatore australiano. Si tratta di una misura che danneggerebbe fortemente i nostri industriali e il settore del pomodoro nella sua totalità, in quanto il mercato australiano vale ben 60 milioni di euro, pari a oltre il 90% di tutto il valore delle importazioni australiane di pomodori".

Questa la reazione di Giovanni De Angelis, direttore dell'ANICAV – Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali ̶ alla notizia che il prossimo 11 settembre le autorità australiane imporranno dei dazi antidumping sui pomodori conservati esportati dalle aziende italiane Feger e La Doria, a seguito di una indagine in corso (cfr. FreshPlaza del 09/09/2015).

"Siamo d'accordo con il vice ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda – ha dichiarato De Angelis secondo cui questa azione risulta 'irricevibile e in violazione delle regole del WTO in materia di dumping' e siamo lieti di apprendere dal Governo la volontà di reagire con determinazione per tutelare gli interessi delle nostre aziende attraverso iniziative a cui daremo pieno sostegno".

"A nostro avviso – ha concluso il direttore dell'ANICAV - siamo di fronte a una questione meramente politica fondata su una volontà del Governo australiano di tutelare l'unica azienda australiana produttrice di derivati del pomodoro, la SPC Ardmona, e che si inserisce nel più ampio quadro delle politiche protezionistiche che l'Australia intende portare avanti".
Data di pubblicazione: