
La banana e la mela sono invece i frutti più popolari in America del Nord (i consumi pro capite sono illustrati nel grafico qui sotto).

Per quanto riguarda i consigli alimentari dell'iniziativa governativa statunitense My Plate, si nota tuttavia che le percentuali di introduzione giornaliera nella dieta di prodotti ortofrutticoli sono ancora molto inferiori alle raccomandazioni (vedi grafico sotto).

In realtà, a partire dal 2012, le abitudini alimentari dei membri più giovani delle famiglie americane, i bambini, hanno subito una vera e propria rivoluzione. Grazie all'impegno della First Lady Michelle Obama e all'approvazione da parte del Congresso dell'Healthy, Hunger-Free Kids Act, 2010 nelle scuole americane sono stati gradualmente introdotti nuovi standard alimentari. Tra le diverse tematiche affrontate, la legge ha puntato a introdurre più frutta, verdura e cereali integrali prevedendo anche un drastico calo nell'uso di sale e nell'apporto calorico.
Tutto ciò, dal punto di vista economico, avrebbe però creato un danno ai budget scolastici. Secondo la School Nutrition Association (SNA), quasi la metà dei programmi di alimentazione scolastica nell'anno 2012/2013 ha portato a un calo del fatturato e comunque, nel 90% dei casi, a un aumento dei costi.
Da un recente studio condotto presso una scuola di Los Angeles, inoltre, è emerso che circa la metà degli studenti non mangia la frutta o la verdura servite per il pranzo.
"I nostri membri – ha spiegato la School Nutrition Association – chiedono norme più semplici. Gli studenti hanno palati davvero difficili e accontentarli diventa sempre più complesso. In California per esempio è impossibile far mangiare ai bambini frutta e verdura. Per insegnare loro ad apprezzare questi alimenti si devono fare tentativi per almeno 10 volte".
Rielaborazione FreshPlaza su fonte: thealtlantic.com