Rapido smaltimento delle scorte di pere italiane e meno spedizioni dall'Argentina
La disponibilità di Abate Fetel, l'unica varietà che ha presentato un'offerta molto più importante rispetto all'anno passato (+18%), è scesa velocemente su livelli inferiori a quelli della stagione scorsa.
L'ultima rilevazione disponibile è relativa al 15 marzo 2015 e riguarda la situazione dei magazzini dell'Emilia Romagna, regione che concentra la maggior parte delle pere nazionali.
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Su un quantitativo inizialmente disponibile attorno alle 504.000 tonnellate, a metà marzo la disponibilità di pere in regione è di sole 52.000 tonnellate, il 33% in meno rispetto alla passata stagione, nonostante un +4% di disponibilità iniziale. Di questi quantitativi, circa 30.000 tonnellate riguardano l'Abate, che corrispondono ad un 22% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Ci si sta pertanto avviando alla chiusura della campagna con volumi facilmente gestibili.
La situazione pere dell'emisfero sud
La campagna dell'emisfero Sud è già avviata. A metà marzo le spedizioni di pere argentine dai due porti principali hanno riguardato circa 73.000 tonnellate, quasi il 30% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; di queste, circa 14.000 tonnellate sono state spedite in Italia, contro le 24.000 tonnellate dello stesso periodo dell'anno precedente.
Le forti grandinate che hanno colpito a fine gennaio la coltivazione in Argentina hanno infatti ridimensionato notevolmente i volumi destinati all'esportazione, soprattutto per una maggiore incidenza di prodotto di II qualità, anche in relazione al fatto che inizialmente si prevedeva per questo paese una produzione superiore al 2014.
Il mercato estero
Passando al piano più strettamente commerciale, il mercato estero di questa campagna ha risentito dell'elevata offerta di paesi come Belgio e Paesi Bassi, che presentavano record produttivi. Non vanno inoltre trascurate le conseguenze dell'embargo russo, che ha creato una maggiore concentrazione di offerta nei paesi di destinazione alternativi alla Russia, con maggiore concorrenza nei prezzi.
Soprattutto nella fase iniziale della stagione, la pressione sui prezzi è stata molto presente, tanto da portare le quotazioni su livelli ritenuti insoddisfacenti in relazione alle quantità e qualità delle produzioni. Dopo questo periodo iniziale piuttosto negativo, le quotazioni sono tornate su livelli più elevati anche se molto probabilmente non sufficienti a recuperare il valore perso nella prima parte della campagna.
Il mercato interno italiano
Per quanto riguarda il mercato interno, i dati disponibili relativi ai consumi di pere in Italia, aggiornati a gennaio 2015, indicano per questa campagna una crescita importante rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, pari al +16%. Ciò rappresenta una bella sorpresa, considerando che gli acquisti di pere in Italia da anni risultavano progressivamente in calo.
E' chiaro che si tratta di quantitativi anche di origine estera, ma si stima che gli acquisti delle famiglie italiane relativi a prodotto nazionale abbiano segnato un incremento del 19% nel periodo considerato.
Fonte: CSO-Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara per FreshPlaza. Tutti i diritti riservati.