
La penetrazione dei moderni canali di vendita in funzione alla ricchezza di un paese (espresso come reddito disponibile pro capite). Clicca qui per vedere il grafico a dimensioni maggiori. (Fonte Euromonitor International)
Ma la domanda alla quale Euromonitor International ha cercato di dare risposta è se ci sia un nesso tra crescita dei moderni punti vendita e frammentazione o consolidamento del mercato delle vendite al dettaglio. Per rispondere si è partiti dall'ipotesi che le grandi catene di vendita incoraggiassero il consolidamento del mercato perché i big delle vendite al dettaglio preferiscono avere a che fare con pochi fornitori ma di grosse dimensioni, capaci di offrire più prodotti e a costi minori grazie alle economie di scala; questo spingerebbe fuori dal mercato i fornitori più piccoli. Al contrario, i negozi più tradizionali preferirebbero avere a che fare con più fornitori.

Data l'ipotesi di partenza il team di Euromonitor ha analizzato, in 8 diversi settori di vendita come alcolici, soft drinks, prodotti di bellezza e cura personale, cibi confezionati, cura della casa, tessuti e igiene, prodotti per gli animali e giocattoli, il rapporto tra il consolidamento dell'industria (indicato come market share delle 10 principali insegne) e l'indice di penetrazione della moderna distribuzione (cioè le vendite attraverso i moderni canali sul totale delle vendite). Viene così calcolata una linea della tendenza del mercato, una trendline: se pende verso l'alto, allora significa che all'aumentare della concentrazione del mercato aumenta anche la penetrazione della distribuzione moderna, viceversa vanno le cose se la trendline punta verso il basso.
Inaspettatamente, i risultati indicano l'opposto della tesi di partenza, perché nei settori considerati, compreso quello degli alimenti confezionati, all'aumentare della penetrazione della moderna distribuzione, aumenta la frammentazione del mercato.

La trendline in 4 degli 8 settori analizzati da Euromonitor, private label comprese. Clicca qui per vedere i grafici a dimensioni maggiori. (Fonte Euromonitor)
Secondo Euromonitor, la spiegazione viene dalle private label. Se vengono escluse dal conteggio del market share delle maggiori insegne allora l'ipotesi di partenza viene confermata, sebbene non in tutti i settori di vendita considerati. La ragione di questa inversione dei dati deriva dal fatto - spiegano da Euromonitor - che esistono settori fortemente influenzati dalle private label e laddove anche tolte queste marche la trendline continui a puntare in basso - è il caso delle vendite di alcolici - è perché siamo in presenza di un settore di mercato fortemente monopolistico, dove le 10 principali aziende del settore detengono anche il 90% dell'intero mercato.

La trendline in 4 degli 8 settori analizzati da Euromonitor, private label escluse. Clicca qui per vedere i grafici a dimensioni maggiori. (Fonte Euromonitor)
La conclusione a cui arrivano a Euromonitor è che, se la crescita dei moderni canali di vendita può essere un vantaggio per i fornitori più grandi (leggasi consolidamento del mercato), l'avanzata delle private label è per loro una potenziale minaccia perché annulla una buona parte dei benefici derivanti dal consolidamento. Sembra - spiegano da Euromonitor - che le grandi insegne della distribuzione moderne stiano tentando, con successo, di rimpiazzare i fornitori terzi con prodotti a marchio proprio.
Rielaborazione FreshPlaza su fonte blog.euromonitor.com