Grandi prospettive dall'accordo commerciale USA-Cina sull'export di mele

Il Dipartimento statunitense all'agricoltura (USDA) ha dichiarato che, per la prima volta nella storia, tutte le varietà di mele prodotte negli USA potranno essere commercializzate sul mercato cinese. L'accordo, recentemente raggiunto, garantisce l'accesso a tutte le varietà invece delle sole Red Delicious e Golden Delicious. La Cina importava queste mele dal 1992, ma successivamente le esportazioni vennero interrotte per via del ritrovamento di un fungo, per poi essere riprese solo a ottobre 2014.

Secondo l'USDA, il nuovo accordo ha il potenziale di incrementare le esportazioni di mele fresche statunitensi di circa il 10% nei prossimi due anni e il segretario all'agricoltura, Tom Vilsack, ha dichiarato che il settore delle mele prevede che le esportazioni di mele in Cina raggiungeranno 105mila tonnellate l'anno.

Lo Stato di Washington produce il 70% delle mele della nazione e ne esporta annualmente 840mila ton, 210mila in più rispetto allo Stato di New York, che comunque si dichiara felice della notizia, anche se per il momento non esporterà in Cina visti gli elevati costi di trasporto.

Nella stagione 2010/11 la Cina ha importato oltre 3 milioni di cartoni di mele Washington Red e Golden per un valore di circa 55 milioni di dollari, diventando così il quarto mercato di esportazione più grande dello Stato. Nel frattempo, l'USDA sta facendo passi avanti per aprire le porte alle esportazioni della Cina negli USA, un obiettivo cui la Cina ambisce da molto tempo.

L'accordo conclude 20 anni di duro lavoro da parte dell'USDA per l'esportazione di più varietà di mele in Cina. Questi sforzi risulteranno in una disponibilità di varietà di mele fresche di alta qualità per i consumatori cinesi e determineranno una spinta significativa per le vendite dei produttori americani.

Infatti, l'accesso al mercato cinese arriva in un momento propizio, visto che il raccolto record di quest'anno è stato ostacolato dalla chiusura dei porti della Costa occidentale, dall'embargo russo sui prodotti agricoli degli USA e dagli effetti generati dal rafforzamento del dollaro.

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