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"Fedagro Verona risponde al consigliere Maccini: "Lei non ha mai fatto suoi i nostri problemi"

Firmata da 54 aziende, arriva la risposta di Fedagro Verona alle precisazioni del consigliere di Veronamercato Annunciato Maccini (cfr FreshPlaza del 12/01/2015). Ne diamo qui di seguito pubblicazione.

"Desideriamo ringraziare il consigliere anziano Maccini - si legge nella lettera - per le ulteriori spiegazioni fornite in merito alle dichiarazioni del presidente emerito Giomaro, pubblicate da FreshPlaza l'8 gennaio 2015. Anche se, in tutta onestà, avremmo gradito qualche delucidazione in più che, a quanto pare, solo attraverso la stampa si possono ottenere".

"Per dovere di precisazione, dato che di questo si tratta, vorremmo sottolineare al consigliere anziano Maccini (al terzo mandato) che il presidente emerito Giomaro non ha sbagliato a notificare il costo di 120 euro/mq relativamente ai canoni di concessione degli stand di Veronamercato. Lei, consigliere, sostiene sia di 80 euro/mq, ma questo perché conteggia anche le pertinenze comuni, situate a fronte e retro degli stand. Tuttavia tali pertinenze non vengono identificate nei tre differenti contratti di concessione (stand tipo A, stand tipo C e stand tipo E), dove il costo stipulato è proprio di 120 €/mq".

"Sempre in materia di costi - continua la nota di Fedagro Verona - il confronto con Padova, proprio da lei menzionata, risulta ancora più impietoso per la categoria veronese se prendiamo in considerazione le suddette pertinenze, poiché Padova ha un costo oltremodo inferiore (32 euro/mq, anziché 38) mentre in alcuni altri mercati generali addirittura non sono fatte pagare. Non diffondiamo dunque informazioni inesatte!"

"Inoltre, va precisato al consigliere anziano Maccini che, riguardo alla costituzione di Veronamercato, è proprio il lavoro di Fedagromercati, attraverso la legge Finanziaria 41/1986, che ha dato ai Comuni la possibilità di ricevere il 35% degli investimenti a fondo perduto e il restante a tasso agevolato per la costituzione di nuovi mercati. Sarebbe stato sufficiente leggere la pagina Chi siamo nel sito web di Veronamercato. Ed è grazie a noi operatori, che abbiamo lavorato alacremente, gravati da affitti spropositati, che è stato possibile estinguere la quasi totalità del mutuo in soli 12 anni".

E ancora: "In merito alla partecipazione del 4% scarso degli operatori, come da lei evidenziato correttamente, tenendo anche conto della sua posizione di rappresentante del socio di maggioranza (il Comune di Verona detiene il 75% della SpA, NdA) in qualità di consigliere anziano, dovrebbe sapere che, da sempre, noi operatori abbiamo chiesto di poter investire nella proprietà di Veronamercato. Tutto ciò per fronteggiare la crisi che ci sta colpendo, rischiando ancora una volta, da soli, e contando unicamente sulle nostre forze, come abbiamo sempre fatto. Chissà come mai, però, i suoi superiori hanno rifiutato questa eventualità, cosa che a Padova e in numerosi altri mercati, come da lei indicato, non è accaduto".

"Relativamente poi al virtuosismo di cui loda la società Veronamercato SpA per quel che concerne l'utile d'esercizio rilevato a fine anno, siamo a disposizione per analizzare pubblicamente il bilancio in questione, anche per capire come mai una immobiliare - perché Veronamercato SpA altro non è che questo - possa chiudere il fatturato d'esercizio a 6,8 milioni di euro e abbia un utile di soli 40.000 euro circa, senza aver effettuato alcun investimento. Al contrario, altri mercati - Padova per citarne uno - investono annualmente 1 milione di euro".

"Ha citato poi le operazioni che andranno a comportare sacrifici economici per la società partecipata. Se fosse un imprenditore comprenderebbe meglio tali operazioni. Infatti, il servizio di analisi per aziende alimentari - servizio non erogato per il quale paghiamo una tassa iniqua e per il quale siamo in causa con l'USLL - è fondamentale se si considera che i nostri prodotti arrivano direttamente sulle tavole dei cittadini italiani, dei cittadini della Comunità Europea e anche d'oltre oceano. D'altro canto, non è certo Lei a rischiare!".

"Riguardo alle pensiline per i fruttivendoli e i grossisti, la preghiamo di non fregiarsi di un'operazione che non le appartiene affatto, dal momento che abbiamo dovuto lottare tredici anni per averle, e solo quest'anno, grazie al presidente emerito Giomaro e all'intervento della presidente Perbellini, siamo riusciti a ottenere una vostra delibera in tal senso".

"Infine, ha riportato che non tutti gli operatori hanno aderito alla sottoscrizione della protesta portata avanti da Fedagro Verona, ma calcolando che su 58 hanno firmato in 42, non c'è molto altro da aggiungere. Siamo certi che avremo modo di discuterne, magari in una delle innumerevoli volte che ci troveremo in galleria".

"Caro consigliere anziano - conclude la lettera - Lei non ha la ben che minima idea dei problemi da noi sollevati in tutti questi anni. Ne ha dibattuto in Consiglio di amministrazione, questo è vero, ma non ha mai fatto suoi i nostri problemi: mancanza di un qualsiasi controllo all'ingresso (è stata reintrodotta la copia delle bolle in ingresso soltanto a marzo dopo estenuanti pressioni da parte della nostra categoria), scarichi diretti, inadempienze relative all'igienizzazione dei servizi pubblici, igienizzazione sotto le rampe di carico e moltissimi altri che, nella loro specificità, riguardano noi e i nostri clienti, proprio durante le ore notturne più impegnative (per noi). E la dimostrazione più cristallina l'abbiamo avuta proprio da Lei che, è evidente, non sa quello che accade nel Centro Agro-alimentare, né lo sa chi le ha trasmesso quello che poi Lei ha scritto. Per concludere, l'unica considerazione che possiamo fare al momento, è che non sempre anziano è sinonimo di saggio".