Agromafie: nel 2014 business da oltre 15 miliardi di euro
Secondo il rapporto, "produzione, distribuzione, vendita sono sempre più penetrate e condizionate dal potere criminale, esercitato ormai in forme raffinate attraverso la finanza, gli incroci e gli intrecci societari, la conquista di marchi prestigiosi, il condizionamento del mercato, l'imposizione degli stessi modelli di consumo e l'orientamento delle attività di ricerca scientifica".
Si segnala anche il fenomeno del cosiddetto money dirtying, cioè l'impiego di capitali "puliti" investiti nella criminalità agroalimentare, che per il 2014 sarebbe equivalso a circa 1,5 miliardi di euro. "Molti tra coloro che dispongono di liquidità prodotta all'interno dei settori attivi nonostante la crisi, trovano convenienti e pertanto decidono di perseguire forme di investimento non ortodosso, con l'obiettivo del massimo vantaggio possibile affidandosi a soggetti borderline o ad organizzazioni in grado di operare sul territorio nazionale e all'estero in condizioni di relativa sicurezza".
Il lavoro contro le agromafie e la contraffazione è uno strumento utilissimo che interessa anche l'imminente Expo 2015. Proprio in occasione dell'evento che dovrebbe rilanciare nel mondo l'immagine del Made in Italy, si teme l'invasione di migliaia di tonnellate di prodotti alimentari contraffatti e venduti illegalmente come eccellenze italiane. Si rischia così di intaccare la fiducia dei consumatori europei, con danni irrecuperabili al settore agroalimentare nazionale. "Il valore economico e culturale del settore del cibo italiano è importantissimo -sottolinea Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti - e non possiamo correre il rischio di comprometterne l'immagine".
Lo studio di Eurispes e Coldiretti valuta fino a 60 miliardi di euro il valore di finti prodotti tipici italiani commercializzati all'estero e in Italia, fenomeno che riguarda in particolare l'olio di oliva, i pomodori e gli agrumi.
Esempi: i limoni sudamericani che sono commercializzati come limoni della penisola sorrentina; gli agrumi nordafricani si trasformano in agrumi siciliani e calabresi. Ma incredibili sono state le cronache giudiziarie dell'ultimissimo periodo in tema di olio: su richiesta delle autorità italiane, le autorità inglesi hanno sequestrato ed eliminato dalla catena di supermercati inglesi Harrods migliaia di bottiglie di un olio denominato "Tuscan Extravirgin Olive oil", un prodotto che di italiano e toscano non aveva assolutamente nulla.
Ancora più incredibile e inquietante è quanto accade in tema di mercato illegale del pomodoro. Si legge negli atti della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla contraffazione (scorsa legislatura) che arrivano nel nostro Paese dalla Cina milioni di tonnellate di pomodori che diventano strumento di un'imponente opera di contraffazione ai danni del consumatore, il quale si trova sugli scaffali dei supermercati conserve e barattoli di pomodori riportanti il tricolore italiano, ma contenenti in realtà pomodori provenienti dalla Cina.
"E' bene che si sappia – si legge nel rapporto - che questi pomodori cinesi sono coltivati e prodotti nei laogai che sono veri e propri campi di concentramento nei quali sono ammassati decine di migliaia di detenuti politici, dissidenti, piccoli criminali, soggetti ostili al regime, i quali (come nei campi di concentramento nazisti) sono costretti a lavorare fino a diciotto ore al giorno".
in una nota il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso dichiara: "L'incidenza delle agromafie sull'economia nazionale è a dir poco devastante. E questo sia in termini economici (nel 2014 il valore delle attività criminose in agricoltura è stato stimato in 15,4 miliardi di euro), sia morali".
La degenerazione di questi fenomeni è spesso frutto della permeabilità delle istituzioni, le quali fino ad ora hanno fatto molto poco per contrastare la criminalità nel primario.
"Le ottime azioni messe in campo dalle forze dell'ordine non sono sufficienti a sostituire un compito che deve spettare espressamente alla politica. E' infatti questa – conclude Tiso – che deve farsi carico di stabilire i principi sui quali fondare l'attività legislativa; nonché di verificare che al suo interno non vi sia nessun tipo di ospitalità per le organizzazioni malavitose e per quelle condotte artefici del decadimento morale del Bel Paese".
Fonti: giovanimpresa.coldiretti.it / it.reuters.com / ilvelino.it/ Confeuro