"Roberto Chiesa (Romagnoli): "Patate, la qualita' e' eccelsa ma il mercato non la paga"
Una produzione nella norma, dunque, che - se rapportata ai consumi interni in calo del 5-7% (presumibilmente 1,9 milioni di tonnellate contro i 2 milioni del 2013) - ci troverà deficitari di circa 400.000 ton rispetto alle 5-600.000 dell'anno scorso.
Di fatto, secondo Chiesa, non esisterebbero le condizioni per un mercato depresso e neppure risultano giustificati gli allarmismi che arrivano da più fronti sull'andamento dei prezzi.
"Da parte degli operatori commerciali c'è grande sconforto - osserva Chiesa - peccato che, come al solito, per invertire la tendenza non trovino altra soluzione che abbassare i prezzi. E questa volta, poi, non tanto per una pressione del mercato ma per una nostra visione distorta, che ci accompagna in questi mesi di recessione, per cui si ricorre sempre e solo all'offerta promozionale: così, il consumatore acquista ormai sistematicamente le patate in promozione mentre il dettagliante è nelle condizioni di non vendere mai a prezzo intero, con ulteriore riduzione delle marginalità".
"E questo avviene durante tutto l'anno - aggiunge Chiesa - sia in primavera, con il nuovo raccolto, sia nei mesi autunno-invernali con la produzione tardiva. Le patate invece sono un prodotto a consumo rigido, le persone non ne mangiano di più se si abbassa il prezzo e, in ogni caso, non per lunghi periodi. Stiamo però assistendo ad azioni di dumping, con offerte di tuberi a quotazioni che non consentono la sostenibilità della filiera. Così facendo, non è nemmeno più una questione di riuscire a coprire i costi di produzione, perché non guadagna il produttore, né il confezionatore che deve affrontare le spese commerciali, né il distributore, perché vende spesso sottocosto oppure con marginalità ridotta, nella vana speranza di riagganciare un consumatore sempre più attento e informato".
Ed è proprio il caso di dire "pressione" promozionale, visto che per le patate la quota di vendita in promozione arriva ormai al 30% del totale venduto. Purtroppo questo valore risulta in decisa e preoccupante ascesa.
"Nei prossimi cinque-sei mesi invernali - conclude Chiesa - dovremo cercare di ottenere il massimo da un mercato che sembra essere poco recettivo. Dobbiamo invece avere la serenità per pianificare una strategia di sistema per evitare che si ripresentino annate come quella attuale e per costruire una filiera trasparente in cui il produttore metta in campo le proprie competenze tecniche per produrre qualità, il confezionatore adotti una corretta gestione dei costi finalizzata ad essere competitivi e il distributore ricorra a una politica di prezzo trasparente e leale, in linea con la reale qualità del prodotto che sta offrendo. Senza dover ricorrere in via obbligata alla leva promozionale che, se prolungata con costanza nel tempo, perde d'efficacia e, in aggiunta, disorienta il consumatore sul reale valore del prodotto".
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