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Intervista a Rosario Ferrara (APOC) sulle ragioni dell'adesione al progetto Viviana L'Uva Italiana

di Rossella Gigli - Chief editor/Manager FreshPlaza.IT

Il progetto Viviana nasce dall'iniziativa di Italia Ortofrutta-Unione Nazionale con l'intenzione di supportare il consumo dell'uva da tavola facendo conoscere ai buyer e, di conseguenza, ai consumatori il mondo dell'uva italiana di qualità. Per raggiungere questo scopo, Viviana raccoglie alcuni tra i migliori produttori italiani e li supporta nel posizionamento dei loro prodotti all'interno del paniere di spesa degli Italiani.

Unico in Italia, il progetto è finanziato dall'Unione Europea attraverso i programmi operativi delle OP. Le aziende e le organizzazioni di produttori che aderiscono sono: OP Agricola HortoItalia, OP Agritalia, OP APOC Salerno, OP Assofruit Italia, OP Eredi Pietro Di Donna, OP Frutta Più e OP PugliaViva.


La OP aderenti al progetto. Clicca qui per un ingrandimento.

FreshPlaza ha intervistato Rosario Ferrara, direttore della APOC Salerno e tra i primi promotori dell'iniziativa collettiva. Questa OP riunisce oltre mille ettari dedicati alla coltivazione dell'uva da tavola per un fatturato 2013 di 17 milioni di euro e una crescita del 25% negli ultimi anni.

APOC Salerno ha approntato un Disciplinare di Alta Qualità Certificato denominato UVITALY per le sue produzioni di eccellenza. Inoltre tutte le aziende sono certificate "100% prodotto italiano" e rispondono a un disciplinare di rintracciabilità di filiera. Nel 2013, il 60% delle uve prodotte è stato venduto in Italia, mentre il restante 40% è stato destinato all'esportazione.

FreshPlaza (FP) - Da dove prende le mosse il progetto Viviana?

Rosario Ferrara (RF) Lo scorso 22 novembre 2013, a Rutigliano, APOC tenne un incontro dal titolo "L'uva da tavola e la crisi" (cfr. FreshPlaza del 26/11/2013).

In tale occasione, alla presenza dei Soci intervenuti, APOC assunse l'impegno a farsi promotore per accendere i riflettori sul mondo dell'uva da tavola, in modo da tenere viva l'attenzione sulle problematiche del settore. In quella sede, il sottoscritto chiese al Direttore di Italia Ortofrutta, Vincenzo Falcone, intervenuto all'incontro, di istituire un tavolo tecnico permanente al quale invitare anche le altre O.P.. Tale invito fu prontamente accolto: cominciarono così i lavori, ai quali intervennero diverse OP del settore e furono analizzate numerose possibilità per costruire un percorso comune.

Le O.P., come noto, presentano propri programmi operativi nell'ambito dei quali possono essere realizzate anche azioni di promozione al consumo. Le OP presenti al tavolo, giudicando tale possibilità come un'occasione da non perdere, decisero di dare vita ad un progetto comune di valorizzazione dell'uva da tavola che mettesse sotto un'unica denominazione la forza di impatto commerciale rappresentata dalle O.P. aderenti e dalle proprie aziende.

Così nasce Viviana: sicuramente un progetto ambizioso che si propone di mettere in campo una campagna di informazione che possa, nel breve termine, arrivare al consumatore spiegandogli che dietro Viviana esiste una filiera attenta a garantire l'origine del prodotto e le tecniche di coltivazione, nel rispetto di disciplinari di produzione, e per la tutela dell'ambiente e la salute del consumatore. Si è creato quindi un marchio comune. Il marchio dell'uva italiana che, nel massimo rispetto della storia di ogni O.P. e delle sue aziende, possa portare avanti una innovativa idea di valorizzazione del prodotto italiano.




FP - Come giudica finora la riuscita in termini di adesioni?
RF - Credo, anche in considerazione del fatto che l'iniziativa è decollata da poco, che le adesioni finora confluite nel progetto Viviana, facciano ben sperare che si è partiti con il piede giusto. Sette O.P. (Apoc, Assofruit, Di Donna, Agritalia, Puglia Viva, Frutta Più, Agricola Hortitalia), un fatturato di circa 87 milioni di euro sono sicuramente un ottimo trampolino di lancio verso ancora più ambiziosi traguardi.

FP - Cosa si attende dal progetto Viviana?
RF - Viviana è un'iniziativa che parte dall'impegno e dal lavoro di sette O.P., ma che ha bisogno di rimanere un progetto aperto. E' importante che in questa prima fase Viviana metta in atto ogni possibile azione per portare all'interno del progetto non soltanto altre O.P., ma anche altri operatori del settore, in modo da riempire sempre più di contenuti e di forza quanto fino ad oggi già realizzato.

Per il momento desidero ringraziare Italia Ortofrutta per aver creduto nell'iniziativa e anche ogni singola O.P. e le sue aziende per il lavoro e l'impegno profusi. Come Apoc ringrazio tutti i miei soci, in particolare quelli che hanno messo a disposizione del progetto i propri marchi commerciali: Agriandreas, Agrilodi, Agricooper, Il Visone, Racemus, Giuliano, Liso, Miss Freschezza, Losito, La Baresana, Sapor Fuit.

Un ringraziamento particolare va a Teresa Diomede, titolare della nostra associata Racemus, la quale è stata particolarmente fattiva in questa iniziativa, partecipando ad ogni riunione e portando sempre sul tavolo preziosi contributi di idee.

FP - Quale contributo APOC darà materialmente al progetto?
RF - Al momento l'APOC è, in termini di fatturato, la seconda O.P. tra quelle finora aderenti al progetto Viviana, di conseguenza può ben intuire in che misura sostiene il progetto. Ma il contributo più importante è quello che ogni O.P. sta dando e sono certo continuerà a dare per la riuscita e la continuità dell'iniziativa. Un contributo di passione e di impegno di uomini e di idee.

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Per maggiori informazioni: www.vivianaluvaitaliana.it

Contatti:
Rosario Ferrara - Direttore Coordinatore
APOC SALERNO
Via R. Wagner K1 (P.co Arbostella)
84131 Salerno
Tel.: +39 (0)89 331758
Cell.: +39 331 2663528
Email: [email protected]
Web: www.apocsalerno.it

Apoc Salerno è stata fondata nel 1978 nel la città campana di cui porta il nome. Da più di 35 anni lavora per potenziare e valorizzare la produzione ortofrutticola nel quadro degli orientamenti economici stabiliti a livello nazionale e comunitario. Oggi raggruppa circa 600 produttori ortofrutticoli sparsi in varie ragioni d'Italia: Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Molise e Toscana. A un così elevato numero di associati corrisponde una notevole estensione di terra coltivata: 3.200 ettari tra coltivazioni in serra e a pieno campo. Il volume d’affari per l'anno 2013 è stato di circa 49 milioni di euro.