Un'indagine realizzata da Ismea, in collaborazione con Unapa, nell'ambito dell'Osservatorio economico sulla filiera pataticola mostra che, nel 2014, la produzione italiana di patate è stimata in 1,5 milioni di tonnellate, in aumento di circa il 20% rispetto al 2013. L'offerta nazionale è composta da circa 300 mila tonnellate di patate novelle e da 1,2 milioni di tonnellate di patate da consumo.
L'aumento della produzione è da imputare all'incremento sia delle superfici investite sia della resa per ettaro, rispetto all'anno precedente. In particolare, per quanto riguarda gli investimenti, il positivo andamento commerciale delle due campagne precedenti ha determinato l'aumento delle superfici seminate a patate nel 2014. Tale contesto ha interessato sia la patata novella sia quelle da consumo, con incrementi medi delle semine dell'8-10%.
A livello produttivo, in Sicilia e Puglia le condizioni climatiche sono state ottimali per le patate novelle grazie ad un inverno mite con piogge regolari. Ciò ha determinato rese particolarmente elevate in Sicilia. Di contro, in Campania sono stati registrati problemi con gli investimenti tardivi sia in fase di semina sia di raccolta, a causa delle abbondanti precipitazioni che hanno colpito questa regione a partire dal mese di febbraio.
L'andamento meteo eccessivamente piovoso ha determinato seri problemi anche nelle regioni centro-settentrionali del Paese. Le copiose precipitazioni, spesso concentrate in poche ore della giornata, cadute fino alla metà di agosto, hanno comportato un aumento delle rese produttive del 5% circa ma anche problemi sulla qualità dei tuberi. Infatti, in Piemonte, Lombardia, Friuli, Veneto, Emilia-Romagna ed in parte anche nell'Alto Lazio, i campi allagati hanno ostacolato la raccolta determinando ritardi delle scavature anche superiori ad un mese. In questi casi, i tuberi sono stati colpiti da infezioni di peronospora e da marciumi vari che hanno determinato anche annerimento delle polpa e rugosità della pelle.
Oltre a risentire della situazione produttiva appena descritta, l'andamento commerciale è stato fortemente condizionato dall'offerta proveniente da Francia, ma anche da Belgio, Paesi Bassi e Germania. I prezzi si sono mantenuti interessanti fino a marzo-aprile 2014, successivamente hanno risentito della forte concorrenza del prodotto francese del vecchio raccolto che in prossimità della nuova campagna è stato proposto a prezzi molto bassi allo scopo di svuotare i magazzini.
Nelle ultime settimane, in Italia, i prezzi si sono confermati su livelli molto bassi a causa dell'offerta complessiva europea, stimata in quantità superiore di oltre il 10% rispetto al 2013. Se poi si considera l'embargo russo nei confronti prodotti agricoli dall'area comunitaria, una parte consistente dell'offerta francese normalmente destinata alla Russia è stata dirottata in paesi come Italia e Spagna.
Attualmente, i prezzi alla produzione variano in funzione dell'origine del prodotto, della qualità della patata e risentono anche del livello di organizzazione dell'offerta. I produttori non organizzati e con scarse strutture di stoccaggio sono obbligati a vendere a prezzi inferiori a quelli percepiti dai produttori che aderiscono a sistemi produttivi organizzati e dotati di buone capacità di stoccaggio.
Per il prosieguo della campagna potrebbero verificarsi cambiamenti per effetto di variabili di cui al momento è difficile prevedere gli sviluppi. Si pensi ad esempio ad un'inattesa quanto auspicabile riapertura del mercato russo, alla disponibilità e alla qualità complessiva dell'offerta UE dopo le scavature tardive non ancora concluse, alla produzione di patate novelle nei paesi del Nord Africa e alla rigidità dell'inverno che potrebbe favorire il consumo di questo prodotto.


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