Le mele francesi sono vittime dell'embargo russo
Claude Rehlinger, presidente di Blue Whale, la più grande società di esportazione di mele della Francia, ha riferito: "Le 500.000 tonnellate di mele polacche che solitamente vengono introdotte in commercio satureranno il mercato europeo, che potrà assistere a un crollo nei prezzi". La saturazione del mercato è un effetto secondario dell'embargo russo, visto che la Russia rappresenta il 10% delle esportazioni di Blue Whale.
Come se non bastasse, quest'anno le produzioni di Polonia e Italia, che sono i principali produttori di mele in Europa, risultano aumentate rispettivamente del 12% e del 13% rispetto alla scorsa stagione. La Germania si piazza al quarto posto come produttore di mele, con un aumento nella produzione del 29%, e l'Ungheria, al quinto posto, ha registrato un incremento del 33%.
Tuttavia la Francia, il terzo produttore in Europa, prevede un calo della produzione del 6% per quest'anno (fonte: Prognosfruit 2014 da WAPA). Christophe Belloc, presidente della cooperativa agricola Stanor, ha riferito che si può provare ad essere ottimisti: "Pure se, da quanto mostrano le previsioni, la nostra produzione dovrebbe diminuire quest'anno da 67.000 a 58.000 tonnellate, i nostri prodotti sono di qualità molto elevata e presentano un colore e dei livelli zuccherini eccellenti."
Il mese scorso la commercializzazione procedeva lentamente, con la domanda francese rivolta principalmente ai frutti estivi, visto che il clima autunnale era ancora relativamente mite. Al mercato all'ingrosso di Tolosa è stata registrata una riduzione nei volumi movimentati (-10% rispetto al 2013). Le mele Gala del sudovest, il mese scorso, sono state vendute a 1,10 euro al kg, mentre nello stesso periodo dell'anno scorso il prezzo era di 1,48 euro/kg. I produttori possono solo augurarsi che il consumo aumenti e che i prezzi non collassino. Il 2014 sarà un anno difficile.
Rivolgersi all'industria della trasformazione (succhi, marmellate e puree) non sarà una buona soluzione per smaltire le scorte. Visto che una grande parte della produzione del 2013 non è stata venduta, i volumi in eccedenza hanno già fatto crollare i prezzi. Con prezzi così bassi, molte mele polacche ed italiane verranno vendute all'industria della trasformazione a prezzi ancora più bassi (pochi centesimi a tonnellata).
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