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Aggregazione e comunicazione: le formule per salvare la peschicoltura italiana

27mo Convegno Peschicolo Nazionale: ieri la prima giornata

Il 2014 verrà probabilmente ricordato come l'anno nero per la peschicoltura italiana: consumi al palo, prezzi al produttore al di sotto dei costi di produzione, l'embargo russo e una Spagna che si affaccia sempre più agguerrita su un mercato che in passato era appannaggio dell'Italia. In questa cornice ha preso il via ieri 23 ottobre 2014, al Pala De Andrè di Ravenna, il 27esimo Convegno Peschicolo Nazionale.

In attesa di lunedì mattina, quando ripercorreremo insieme e più approfonditamente la due giorni dedicata alle pesche e nettarine (oggi sarà la volta della giornata conclusiva), riassumiamo brevemente la giornata di ieri.


Un momento della giornata di ieri al 27esimo Convegno Peschicolo Nazionale.
Ecco alcuni dei dati presentati ieri mattina, nella sessione dedicata all'evoluzione della produzione italiana ed europea, ai costi di produzione e alla competitività del sistema Italia. Elisa Macchi, direttore del Cso - Centro Servizi Ortofrutticoli, ha messo in luce diversi aspetti del panorama delle pesche e nettarine in Europa. Da un lato c'è il calo italiano, specialmente al Nord e al Centro. Sono in contrazione le superfici: prendendo in esame l'arco di tempo dal 2000 al 2010, il Lazio registra un -52%, il Veneto un -33%, Emilia Romagna -35%, mentre si cresce al Sud.


La produzione di pesche e nettarine in Italia: chi sale e chi scende in termini di superfici (Elaborazione CSO su dati Istat).

C'è poi la Spagna, che dal 2000 ha quasi raddoppiato la propria produzione, specialmente al Nord: se un tempo le produzioni di Navarra e Catalogna coprivano il 40% della produzione nazionale, oggi siamo al 70%, con la conseguenza che in contemporanea con le pesche e nettarine del Nord Italia arrivano sul mercato molte più omologhe spagnole. Inoltre, negli ultimi anni la Spagna ha investito molto sulle pesche piatte: dal 2010 ad oggi la produzione aggregata di pesche piatte è cresciuta di ben il 290%, concentrata soprattutto nelle regioni di Navarra, Catalogna e Murcia.

Al contempo sono in calo le produzioni di pesche e nettarine degli altri grandi player europei; oltre all'Italia, risultano in flessione pure Francia e Grecia.


L'andamento dei volumi nei principali paesi produttori europei di pesche e nettarine (Elaborazione CSO su dati Europech).

Nel sistema italiano, ha spiegato Giancarlo Minguzzi presidente di Fruitimprese Emilia-Romagna "ci sono inefficienze che non possiamo far pagare ai produttori". In un anno di assente remuneratività dei prezzi al produttore, per Minguzzi basterebbe recuperare 15 centesimi di euro al chilo per garantire agli agricoltori entrate aggiuntive di 3-4.000 euro per ettaro.

Sia negli interventi dei vari relatori, sia nel panel di discussione che ha chiuso la mattinata (cui hanno partecipato esponenti delle organizzazioni di produttori italiane e straniere), sono state due le parole d'ordine che hanno trovato tutti d'accordo: aggregazione e comunicazione. Aggregazione, perché il sistema produttivo italiano è troppo frammentato e questo ne mina la competitività sul mercato, specie se messi di fronte a chi invece è compatto. Comunicazione perché, lamentano in molti, in Italia si producono pesche e nettarine di qualità, più che altrove, ma messo di fronte alla scelta d'acquisto il consumatore non è nelle condizioni di distinguere una pesca italiana da una d'importazione, né ne conosce gli aspetti salutistici, come invece avviene per altri prodotti frutticoli.


Sala del Pala De Andrè di Ravenna piena ieri per il primo dei convegni dedicati a pesche e nettarine.

L'ha rimarcato anche Paolo De Castro, europarlamentare, chiudendo ieri la giornata: "Possiamo essere bravi quanto vogliamo a fare un prodotto buono, ma se non riusciamo a intercettare il consumatore allora è inutile".

Nella sessione pomeridiana di ieri invece, ampio spazio alla tecnica, con la presentazione di alcune delle ultime innovazioni sul versante della produzione e della conservazione: dal rinnovamento varietale alle innovazioni per ridurre l'impatto ambientale della produzione, così come ai modi per tenere sotto controllo il marciume bruno e la sharka.

Oggi si svolgerà la parte conclusiva del 27esimo Convegno Peschicolo Nazionale, dedicata a un tema caldo del mondo peschicolo e agricolo italiano in generale: gli agrofarmaci, tra normative più o meno restrittive, autorizzazioni eccezionali e produzione integrata. Chiuderà i lavori del convegno Andrea Oliviero, viceministro del Mipaaf. (Clicca qui per leggere il programma completo).