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Brasile: l'incremento dei consumi interni potrebbe ridurre drasticamente le esportazioni di uva

Il settore brasiliano dell'uva sta attraversando una fase di importanti cambiamenti: il processo di rafforzamento e sofisticazione del mercato interno negli ultimi anni ha portato molti produttori a commercializzare esclusivamente sul mercato locale.

"Oltre al fatto che il mercato interno cresce di anno in anno, c'è da dire che il 2014 è stato abbastanza caldo e secco, quindi si è prodotta più frutta. Normalmente i consumi si riducono in inverno e viene creato uno stock di prodotto. Quest'anno però non è stato così; quindi molti agricoltori esporteranno di meno," spiega Daniel Watanabe, direttore commerciale di Labrunier.



I maggiori costi di produzione dell'uva da esportazione e le maggiori esigenze del mercato internazionale sono anch'essi fattori che hanno contribuito a rendere il mercato interno brasiliano più attraente.

"Le superfici di produzione di uve apirene per il mercato interno si sono ridotte negli ultimi anni, quindi possiamo vendere a prezzi migliori. E' difficile dire quanto sia cresciuto il mercato, però possiamo dire di essere riusciti ad aumentare i prezzi di alcuni punti oltre il livello dell'inflazione."

Labrunier esporta circa il 35% della sua produzione: Watanabe afferma che, per quanto attraente possa essere il mercato interno, l'azienda presterà sempre un'attenzione speciale al mercato internazionale.

"Siamo gli unici produttori del paese a detenere il marchio Rainforest Alliance, ottenuto grazie all'alta produttività per ettaro e alla sostenibilità delle nostre piantagioni. Il nostro mercato principale è quello europeo, nel quale lavoriamo con i supermercati che sono realmente interessati alle pratiche sostenibili come ad esempio la catena olandese Albert Heijn".

Adattamento al cambiamento climatico
Attualmente Labrunier sta testando oltre cento varietà di uva da tavola. L'azienda coltiva 880 ettari di cui 350 sono impiantati con varietà nuove. Uno degli obiettivi è quello di avere uva che si adatti al cambiamento climatico degli ultimi anni.

"Thompson, Sugraone e Crimson hanno una produttività bassa, alti costi di produzione e sono molto sensibili al clima. Necessitano inoltre di molta manodopera ed è difficile trovare personale qualificato disposto a lavorare in campagna oggigiorno", spiega.


Alcune delle nuove varietà di uva in sperimentazione.

Nei campi che l'azienda possiede a Petrolina un tempo si potevano ottenere due raccolti l'anno, ma ultimamente la stagione delle piogge si è allungata, quindi è difficile raccogliere durante i primi sei mesi dell'anno. Anche questo è stato un motivo che ha spinto alla ricerca di nuove varietà.

"Grazie ad alcune delle nuove varietà resistenti alla pioggia possiamo tornare ad ottenere due raccolti l'anno: uno "più piccolo" il primo semestre (20 tonnellate per ettaro) e uno di 20-30 tonnellate nel secondo semestre. Si tratta di un notevole incremento rispetto alla varietà Thompson, che permetteva un solo raccolto di 25-28 tonnellate l'anno.

La tendenza è quella di arrivare ad ottenere più grappoli per pianta però più piccoli (300-500 grammi), in modo che possano essere commercializzati in confezioni clamshell.

Per maggiori informazioni:
Daniel Watanabe
LABRUNIER
Email: danielw@grupojd.com.br
Web: www.grupojd.com.br/labrunier/



Testo e traduzione FreshPlaza. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: