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Ricerca: la luce ultravioletta per una sicurezza alimentare sostenibile

Limitato uso di agrofarmaci, riduzione degli scarti lungo l'intera filiera di fornitura e calo nell'utilizzo di regolatori ormonali della crescita sono alla base di una produzione alimentare sostenibile e non solo.

La disponibilità e l'accesso ad alimenti che siano sufficienti, sani e nutrienti è una priorità chiave che richiede nuove tecnologie al fine di garantire una fornitura ortofrutticola sostenibile e disponibile 12 mesi l'anno.

Gli ortofrutticoli vengono sempre più coltivati in ambienti protetti per ridurre i danni alle colture e le conseguenze dell'imprevedibilità meteorologica. E' stato constatato però che alcuni aspetti qualitativi - come gusto, odore, colore e valore nutritivo - possono ridursi nella coltivazione in serra rispetto a quella in pieno campo. Ciò sarebbe causato da una deficienza di luce ultravioletta nelle ore diurne all'interno della serra. I raggi ultravioletti e altri fattori esterni possono quindi essere utilizzati come un conduttore per sfruttare le risposte naturali delle piante.



Alcune sperimentazioni eseguite per 4 anni all'interno di una COST Action finanziata dalla UE, hanno analizzato gli effetti dei raggi UV (soprattutto B) sugli ecosistemi e sulle proprietà nutrizionali e organolettiche degli alimenti di origine vegetale.

L'action FA0906 "UV4growth" ha coinvolto 240 scienziati afferenti a 83 gruppi di ricerca accademica e industriale di 25 paesi europei e si è focalizzata sulla luce UV come un regolatore della crescita delle piante.

In Italia, presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell'Università di Pisa, un gruppo di ricercatori guidato dalla Prof. Annamaria Ranieri ha già dato prova delle applicazioni pratiche di questa tecnologia (vedi news FreshPlaza).

Il fine della ricerca è quello di offrire una produzione di pari qualità o superiore a quella di pieno campo, mantenendo i vantaggi della coltivazione in serra, cioè protezione, efficienza, gestibilità, qualità nutrizionale e produzione per 12 mesi all'anno.

Oltre a un discorso meramente qualitativo, c'è da considerare che le risposte ai raggi UV possono essere sfruttate per nuovi approcci mirati al controllo eco-friendly di parassiti e fitopatie. Per di più, la crescita vegetale regolamentata e l'architettura delle piante possono dar vita a esemplari con migliorate proprietà di trasporto e trapianto.

Per maggiori informazioni:
Prof. Annamaria Ranieri
Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali
Università di Pisa

Via del Borghetto 80,
I-26124 Pisa
Tel.: +39 (0)50 2216605
Email: [email protected]