"La situazione in Europa è bizzarra - spiega Martín Mandressi, direttore generale della divisione industriale di Cítricos Caputto - L'embargo avrebbe dovuto determinare un crollo dei prezzi nell'Ue e carenze di prodotto in Russia, permettendoci di inviare i nostri agrumi a prezzi più alti. Ma non sta andando proprio così".
Il Sudafrica, uno dei principali competitor dell'Uruguay, vanta una forte presenza in Europa. Avvantaggiato da un accordo di libero scambio, anche il Brasile riesce ad introdurre i suoi prodotti sul mercato europeo con prezzi più bassi del 15-20%. Tuttavia, i frequenti problemi fitosanitari, come l'attuale epidemia di macchia nera degli agrumi, hanno obbligato il Paese ad interrompere l'export delle arance.
"L'interruzione delle importazioni di arance sudafricane - aggiunge Mandressi - è arrivata quando la stagione era già in una fase molto avanzata, impedendoci una contromossa".
Le arance Valencia uruguaiane presentano caratteristiche differenti rispetto a quelle brasiliane: il sapore loro è più acidulo, cosa che permette di esportarle in diversi mercati di nicchia. Le arance brasiliane, invece, sono più adatte alla produzione di succhi di frutta, che richiedono più dolcezza. La frutta uruguaiana viene utilizzata solitamente nella produzione di bevande con una bassa percentuale di succo di frutta.
Da due anni, il gruppo Caputto produce nettari di frutta con un marchio di proprietà, diventando il marchio leader sul mercato uruguaiano.
I suoi impianti trasformano 35.000 tonnellate di frutta all'anno, principalmente arance e mandarini, generando circa 2.700 tonnellate di succo concentrato all'anno.
"Oggi - prosegue Mandressi - la trasformazione degli agrumi rappresenta il 20% circa dell'attività di Caputto ma intendiamo incrementare questa quota aggiungendo valore e guadagnando nuovi mercati".
La campagna è stata molto positiva per Caputto, cosa che sottolinea quanto fosse importante tornare sul mercato statunitense. Il futuro, quindi, riserva opportunità di crescita, ma anche grandi sfide da superare.
"Uno dei principali problemi da affrontare è l'incremento dei costi di manodopera. Negli ultimi anni, i salari sono aumentati decisamente, tuttavia quello che è ancora più preoccupante è la perdita in produttività. E' difficile trovare braccianti competenti o con esperienze precedenti - conclude Mandressi - Tutti gli incrementi di salario al di sopra dell'inflazione dovrebbero accompagnarsi a una crescita della produttività".
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Martín Mandressi
Caputto
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