
"Tranne che per un periodo molto limitato - continua Manni - i prezzi sono rimasti costantemente bassi, mettendo in difficoltà i produttori, costretti ad affrontare costi di produzione ormai insostenibili. La causa dei prezzi inadeguati è da attribuire alle giacenze di prodotto in tutta Europa, al divieto di esportazione delle patate da mensa verso la Russia e all'anticipo delle raccolte nelle principali zone a vocazione pataticola in Italia e nel Nord Europa".
"Per questi motivi, valutando la crescente disponibilità di prodotto novello - le importazioni da altri paesi che si affacciano sul Mediterraneo sono molto competitive - i clienti hanno acquistato solo il necessario, provocando una caduta dei prezzi che non coprono nemmeno i costi di raccolta".
E per le angurie - che la Cooperativa salentina produce dai primi di giugno, in coltura protetta, fino ad agosto in pieno campo - le cose non vanno meglio.

"Il raccolto precoce sotto serra e quello in pieno campo sono andati molto bene: si spuntavano ottimi prezzi e il mercato assorbiva tutta la produzione del periodo. Il successivo peggioramento climatico, con temperature inferiori alla media stagionale, ha causato un limitato consumo e la conseguente discesa dei prezzi".
"Tornando ora le temperature sui valori stagionali - conclude Manni - ci auguriamo che i consumi di frutta fresca aumentino, favorendo la collocazione delle angurie sia nella Grande distribuzione nazionale che sui mercati europei".
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