Ismea: credito agricolo a doppia velocita'
La stretta sulla concessione dei prestiti ha profondamente mutato la geografia del credito nel settore primario. Mentre nel 2007 la distribuzione era piuttosto omogenea a livello di macroaree, oggi si assiste ad una marcata polarizzazione, con il Nord che da solo intercetta oltre il 70% delle erogazioni bancarie complessive, nonostante un minor numero di imprese agricole presenti sul territorio.
Ma a cambiare è anche la struttura stessa del credito. Diminuiscono i finanziamenti di medio termine, risultano pressoché stazionari quelli di lungo periodo, mentre aumentano i prestiti a breve, ossia quelli destinati a finanziare l'attività corrente, che seppur minoritari nella composizione complessiva del credito agrario hanno raddoppiato la loro incidenza dal 2007 ad oggi.
Analizzando le principali dinamiche a livello regionale, si osserva come nel Nord-Ovest la Lombardia concentri la quota maggiore dei finanziamenti (64% nel 2012), mentre il Piemonte registri l'andamento migliore (+2% la variazione media annua degli ultimi 6 anni). Tra le regioni del Nord Est, è invece l'Emilia Romagna ad assorbire la fetta più ampia del credito (48% del totale d'area) e a registrare il tasso di crescita medio annuo più sostenuto (+7%). Nel Centro Italia le aziende toscane si aggiudicano il 44% delle erogazioni bancarie; sugli sviluppi del credito il risultato peggiore è invece quello del Lazio, con una flessione media annua del 19%.
Riguardo infine al Sud, l'Abruzzo intercetta i maggiori finanziamenti bancari dell'area (24% del totale), mentre la Calabria, dal 2007 ad oggi, ha visto i prestiti alle aziende agricole ridursi a un tasso medio annuo del 23%.