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Italia: il maltempo arresta la crescita del Pil dell'agricoltura (-2, 6% annuo)

"L'agricoltura paga la lunga ondata di maltempo che nei mesi scorsi non ha dato tregua alle campagne italiane, tra freddo prolungato e primavera praticamente inesistente. Ed è così che nel secondo trimestre dell'anno il settore primario inverte la rotta e si allinea al trend negativo degli altri comparti produttivi, segnando un calo del valore aggiunto sia congiunturale (-2,2 per cento) che tendenziale (-2,6 per cento)". Lo afferma Giuseppe Politi, presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati sul Pil diffusi ieri 10 settembre dall'Istat.

"Gli eventi climatici estremi che hanno caratterizzato questo 2013, tra grandinate fuori stagione, trombe d'aria e alluvioni, hanno compromesso il calendario classico dei lavori agricoli in mesi decisivi per l'agricoltura - spiega Politi -. A marzo, il periodo delle semine, il 102 per cento in più di pioggia al Centro-Nord ha posticipato e spesso impedito le operazioni in campo. Mentre a maggio l'incremento del 50 per cento delle precipitazioni ha causato forti ritardi nelle raccolte cerealicole e in parte ha pregiudicato la maturazione delle coltivazioni primaverili incidendo sulle rese".

"Agli enormi danni creati dal maltempo vanno aggiunte le difficoltà del mercato - osserva il presidente della Cia -. Ma non si può dimenticare che, nonostante i problemi legati agli alti costi produttivi e all'andamento instabile dei prezzi sui campi, l'agricoltura nell'ultimo anno è stato l'unico settore a garantire sia produttività che occupazione. E in una fase di crisi nera dei consumi interni (-4 per cento nel primo semestre) riesce ancora a trainare l'export 'made in Italy' incrementando le vendite oltreconfine del 7,7 per cento".

"Per questo bisogna continuare ad avere fiducia nell'agricoltura e a investire nel settore - conclude Politi - che rappresenta sul serio un volano fondamentale per la ripresa dell'economia".
Data di pubblicazione: