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Intervista a José Martínez Portero, presidente di Unica Group

"Se non cresciamo, significa soltanto che stiamo perdendo terreno"

Nel corso degli ultimi anni, la Casur, l'Associazione dei coltivatori in serra di Almeria, si è via via ingrandita attraverso la fusione con altre società e ha proseguito l’espansione della sua rete di produttori.

Fondata nel 1993 da un gruppo di agricoltori di La Cañada (sulla costa, non distante da Almeria), ha continuato a crescere fornendo assistenza tecnica ai 200 coltivatori che oggi ne costituiscono il sodalizio. In una conversazione con il suo presidente, José Martínez Portero, conosciamo meglio la differente strategia che la cooperativa adotta per mantenersi in testa alla concorrenza e continuare a coltivare prodotti con la migliore qualità possibile.

Casur è uno dei sei gruppi di coltivatori che commercializzano la loro produzione sotto la struttura e il marchio Unica Group, che unisce le forze per un totale di 1.500 coltivatori ad Almeria. Poiché José Martínez Portero è anche il presidente di Unica Group, in qualità di ex agricoltore può fornire un'eccellente visione d'insieme riguardo le capacità e le ambizioni del gruppo. Martínez spiega che la loro strategia è di espandersi in modo da essere in grado di soddisfare le necessità del cliente. E poiché i supermercati preferiscono affidarsi a coltivatori in grado di fornire molti prodotti, è essenziale che Unica e Casur coltivino numerosi tipi di colture.

"Siamo dell'idea che se non riusciamo a crescere, ciò significa che stiamo perdendo terreno", pone in evidenza Martínez. "Mano a mano che i nostri clienti crescono, essi esprimono sempre maggiori richieste e, quindi, preferiscono lavorare con persone che siano in grado di fornire loro tutto l'assortimento di prodotto di cui hanno bisogno".

Crescere senza perdere il controllo
Attualmente, Casur è un'associazione con 670 dipendenti e un giro d'affari annuale di 30 milioni di euro. Unica Group vanta una produzione annuale di 180 milioni di kg, con un output massimo giornaliero di circa tre milioni di kg di prodotti.

Ma crescere ed espandersi può comportare la perdita del controllo. Per questo, Martinez indica che il gruppo e la cooperativa hanno adottato un protocollo rigido e severo in modo da essere in grado di avere sempre una visione d'insieme su quanto accade all'interno delle serre.

"In Casur disponiamo di sei tecnici che fanno la spola tra tutti i coltivatori e forniscono loro l'aiuto richiesto", spiega Martínez. "Una volta alla settimana, i tecnici visitano personalmente ogni coltivatore per verificare lo stato delle colture e dare consigli su irrigazione, protezione, controllo biologico, fertilizzazione, tecniche di coltivazione e di raccolta. Questo livello di assistenza non solo offre a Casur la possibilità di affermare che qui si coltiva in maniera sostenibile e responsabile, ma riesce anche a dare una spinta alla produttività che, ed è un po' la morale della favola, determina un impatto pienamente positivo".

Ricerca e sviluppo - Compostaggio
"Sul versante della ricerca e dello sviluppo, stiamo lavorando assieme ad altri due nostri concorrenti diretti, qui ad Almeria, per testare le differenti tecniche di coltivazione e i prodotti", prosegue Martínez. Sebbene possa sembrare strano condividere informazioni con la concorrenza, il presidente ha spiegato che la cooperazione tra rivali dà benefici a tutte le parti e, visti gli ostacoli in cui ci s'imbatte quando si vuole portare qualcosa di nuovo sul mercato in Spagna, è necessario usare ogni vantaggio possibile in termini di ricerca e sviluppo.

"Anche questa è una delle ragioni per cui abbiamo avviato un nostro progetto sul compostaggio", aggiunge Martinez. "Vogliamo dimostrare ai nostri clienti che abbiamo un approccio sostenibile nei confronti dell'orticoltura e che Almeria coltiva in maniera responsabile. Abbiamo effettuato un investimento notevole per dare vita a un nostro programma per compostare il 100% delle foglie e delle parti di scarto dei prodotti. Siamo noi stessi, poi, a chiudere il ciclo utilizzando nelle nostre serre tutto il compost ottenuto".

Mantenersi locali
Negli ultimi quattro anni, Casur ha raddoppiato il numero dei coltivatori presenti nell'organizzazione. In aggiunta all'espansione dell'albo dei coltivatori, i coltivatori già presenti hanno incrementato la capacità produttiva espandendo ulteriormente sia le dimensioni delle aziende Unica e Casur che la loro produzione.

Sebbene Martinez sia felice della crescita, diffida dal crescere troppo velocemente o dal fare scelte sbagliate. Egli menziona il Marocco come esempio di una nazione che molti coltivatori spagnoli ritenevano avesse un potenziale di crescita rapido. Mentre molti coltivatori hanno cominciato a coltivare in Marocco, basandosi essenzialmente sui costi del lavoro inferiori, Martinez spiega che in seguito la situazione si è rivelata essere, invece, molto più complicata. Lui stesso, infatti, è a conoscenza di produttori che avevano deciso di avviare un'attività in Marocco ma che ora non operano più in questa nazione. Per questo motivo, Martinez preferisce un approccio più moderato di crescita e mantenersi nella zona intorno a La Cañada, un'area che trae vantaggio da un clima costantemente soleggiato e dall'acqua salina, fattori ideali per ottenere eccellenti pomodori.

Tra le aree in maggiore espansione, c'è quella della produzione biologica. Mentre gli agricoltori riuniti in Casur praticano una coltivazione senza residui, la maggior parte di coltivatori utilizza tecniche di coltivazione convenzionali. Nessuno degli associati già presenti nell'organizzazione è passato alla coltivazione biologica; al contrario, la sezione dedicata al biologico è cresciuta attraverso l'acquisizione di nuovi coltivatori biologici. In ogni caso, Martinez ritiene crede che la differenza tra i due tipi di coltivazione diventerà meno importante non appena il mercato richiederà prodotti a basso impatto ambientale e che gli standard richiesti renderanno omogenee le tecniche di coltivazione biologica e convenzionale.

"Attualmente, la coltivazione biologica è più complessa", è la conclusione di Martínez, "ma, a tempo debito, la richiesta sarà la stessa per ambedue le tecniche ed entrambi i tipi di coltivatori si troveranno nella medesima situazione. I nostri clienti stanno già applicando una politica di tolleranza-zero per i residui minimi e, con il passare del tempo, saranno consentite sempre meno sostanze chimiche. Questo accrescerà sempre di più l'introduzione di protezioni biologiche delle colture e di fertilizzanti naturali all'interno delle serre convenzionali e dall'altro lato, renderà minima la differenza tra i due prodotti".

Per maggiori informazioni:
UNICA: www.unicagroup.es
CASUR: www.casur.com/en

Autori: Carlos Nunez e Boy de Nijs

Testo e traduzione FreshPlaza. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: