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Dall’Australia, tecnologie per studiare il DNA del terreno e limitare le malattie sulle patate

Entro questo mese, giungerà a compimento il lavoro di un progetto di ricerca pluriennale, condotto per conto dell'industria australiana della patata. Con un servizio inedito e all'avanguardia per testare il DNA del terreno, si punterà ad aiutare l'industria pataticola a frenare l'impatto delle malattie trasmesse dal suolo.

Secondo Luke Raggatt, portavoce di AUSVEG - l'ente nazionale australiano che rappresenta gli interessi dei coltivatori di patate e orticole verso il governo centrale e che agisce da controllore affinché i fondi siano effettivamente destinati alla ricerca e allo sviluppo del settore - "il lancio commerciale di questo studio, peraltro molto atteso, aiuterà i coltivatori a ridurre l'impatto delle malattie derivanti dal suolo - come la scabbia polverulenta, il nematode parassita della radice e la dartosi della patata - che, fino ad ora, hanno causato perdite economiche fino a 50 milioni dollari all'anno, in particolare al settore delle patate da trasformazione".

"Il servizio di analisi del terreno consentirà agli agricoltori di individuare con maggior precisione le aree dei loro campi che sono a rischio di specifiche malattie e, proprio grazie a queste nuove conoscenze, essi potranno eseguire semine mirate, più consapevoli, e potranno decidere come gestire il trattamento delle fitopatie", prosegue Raggatt.

Il servizio di analisi del DNA del terreno è stato sviluppato nell'ambito di un progetto di collaborazione guidato dal South Australian Research e Development Institute (SARDI), e ha incluso una ricerca condotta presso l'Istituto di Agraria della Tasmania e il Dipartimento dell'Ambiente e delle Industrie Primarie di Victoria. I test implicano l'estrazione del DNA da campioni del terreno, per valutarne il rischio di malattia in base ai livelli di agenti patogeni presenti.

Come parte integrante del lancio del servizio, il SARDI terrà presto una serie di seminari nelle principali regioni di produzione di patate nell'Australia del Sud, Tasmania e Victoria, per formare agronomi e coltivatori sulle modalità di erogazione del servizio e consentirgli d'interpretare i risultati generati. Tra i materiali di studio forniti ai partecipanti, ci sarà il manuale operativo con le informazioni chiave sugli agenti patogeni testati.

"E' davvero emozionante - spiega Raggatt - vedere questo progetto raggiungere una fase in cui i coltivatori di patate, che sono anche contribuenti di uno specifico tributo destinato a ricerca e sviluppo, potranno iniziare ad usarne praticamente i frutti, a beneficio delle loro attività".

Il "Potato Industry Extension Program" (programma di estensione tecnologica rivolto all’industria della patata nel suo complesso, guidato dall'AUSVEG), sta incoraggiando tutti gli attori della filiera a un maggiore coinvolgimento e a lavorare a stretto contatto con il SARDI per comunicare i benefici attesi in funzione del suo utilizzo.

"Questo è esattamente ciò su cui punta l'industria della ricerca e sviluppo: ideare nuove pratiche e strumenti - conclude Luke Raggatt - che, una volta adottati, aiuteranno i produttori a ridurre i costi, a massimizzare i raccolti e, infine, a essere protagonisti di un business più redditizio".

Il progetto (registrato con la sigla PT09023) è parte del più ampio Australian Potato Research Program Phase 2 (APRP2), condotto a beneficio dell'industria australiana di trasformazione della patata. Il programma è finanziato dalla Horticulture Australia Limited (HAL) utilizzando il fondo nazionale per le patate trasformate, contributi volontari da parte dell'industria, e fondi stanziati dal governo centrale australiano.

Traduzione FreshPlaza Italia. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: