Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Ricerca e produzione alleate contro la batteriosi del kiwi: la storia dell'azienda Donato Mariani

L'azienda agricola produttrice di kiwi di Donato Mariani & figlio, estesa su circa 20 ettari situati tra i comuni Lanuvio e Velletri (Roma), è posta in una delle aree dove la batteriosi del kiwi (Psa) si è manifestata nel 2008, all'inizio dell'epidemia nel Lazio, con maggiore intensità.


Nel corso dell'inverno 2008, a seguito dell’inizio dell'epidemia di Pseudomonas syringae pv. actinidiae, l'azienda Mariani subì danni di notevole entità a carico del kiwi giallo cv Hort 16A.

I terreni si trovano, infatti, in una zona soggetta frequentemente alle gelate invernali che, come è ormai noto, inducono una forte aggressività nel batterio.


A seguito dell'infezione, molti ettari furono estirpati.

I danni alle coltivazioni di kiwi giallo cv Hort 16A furono molto alti e comportarono la rimozione di molti ettari dell'impianto.

Come testimonia a FreshPlaza il dott. Marco Scortichini, batteriologo del CRA di Roma: "Dopo un primo tentativo di riallevamento di kiwi a polpa gialla A. chinensis, vista l'elevata suscettibilità della varietà e le continue recrudescenze della malattia, l'impianto fu quasi interamente riconvertito a kiwi verde cv Hayward. Da subito, inoltre, furono intraprese sia scrupolose misure di prevenzione e di difesa nei confronti del patogeno sia tecniche agronomiche volte a ridurre i rischi di possibili ed inevitabili reinfezioni da parte di Psa."


Tronco di Hayward risanato mediante attenta rimozione delle parti malate e successiva protezione dei tessuti legnosi colpiti.

La stretta collaborazione tra l'azienda, i tecnici dell'Apofruit e il C.R.A.-Centro ed Unità di ricerca per la Frutticoltura di Roma e Caserta ha consentito di gestire l'emergenza fitosanitaria con successo ed in tempi ragionevolmente brevi nonché, attraverso i campionamenti di materiale infetto, di perfezionare le conoscenza circa l'epidemiologia del batterio.

"Attualmente - prosegue il dott. Scortichini - l'azienda ha ripreso a produrre regolarmente arrivando a rese quali-quantitative molto soddisfacenti (quest'anno si prevede una produzione di circa 400 q.li/ettaro) considerando che la malattia è ancora presente nella zona."


Veduta parziale dell'azienda Mariani.

I segreti del successo di tale gestione vanno individuati nella tempestività e scrupolosità con cui sono state effettuate tutte quelle operazioni di prevenzione e difesa che, fin dai primi tempi dell'epidemia, sono state divulgate nelle aree di produzione di kiwi in Italia.

"Si ricorda che la batteriosi del kiwi non può essere affrontata come una normale malattia - sottolinea il ricercatore - Si tratta, infatti, di una vera e propria pandemia ancora in fase di espansione. Ne consegue, che le misure di profilassi devono essere intraprese rispettando e conoscendo il ciclo della malattia del patogeno, le fasi fenologiche della pianta nonché le caratteristiche del terreno. In virtù di tali conoscenze, anche alcune comuni pratiche agronomiche devono essere modificate pena l'inefficacia totale o parziale delle misure di contenimento proposte."


Veduta parziale dell'azienda Mariani. Gli impianti di kiwi sono protetti da reti antigrandine anche per limitare i danni dovuti alla possibile colonizzazione delle piante da parte del batterio dopo la grandinata.

L'azienda ha, quindi, mirato a proteggere tutti i momenti in cui il batterio si diffonde con maggiore probabilità negli impianti: germogliamento, fioritura, post-allegagione, dopo la raccolta, periodo invernale. In questo modo, proteggendo le fasi fenologiche relative all’impollinazione dei fiori e al successivo accrescimento dei frutti, si è cercato di garantire la produzione dell'anno allo scopo di far produrre reddito all'azienda e, nel contempo, anno dopo anno, di ridurre, quanto più possibile, la presenza e l'incidenza della malattia nell'impianto stesso.

Inoltre, trattamenti protettivi sono stati intrapresi subito prima o subito dopo eventi atmosferici che favoriscono la penetrazione del batterio nella pianta quali grandinate, forti piogge, gelate nonché immediatamente dopo la potatura invernale. In particolare, si sottolinea come l'azienda abbia cercato di proteggere tempestivamente i tagli di potatura anche di piccole dimensioni che risultano facilmente penetrabili da Psa.


Il signor Donato Mariani (a sinistra) e il dott. Marco Scortichini (a destra).

Parallelamente, cure particolari sono state intraprese per evitare quanto più possibile di provocare ferite alla piante mediante l'applicazione di alcune pratiche agronomiche, del resto inevitabili per la gestione del frutteto, quali la legatura e l'incurvamento dei giovani rami. Inoltre, i maschi impollinatori, risultati molto sensibili alla batteriosi, sono stati sostituiti da altri cloni meno sensibili.

Il dott. Scortichini osserva: "La tecnica di potatura e di allevamento delle piante è stata leggermente modificata al fine di favorire quanto più possibile la circolazione dell'aria all'interno dell'impianto, per ridurre il grado di umidità."

"Particolare attenzione, infine, è stata posta alla composizione chimica del terreno, che risultava piuttosto spostata verso valori notevoli di acidità ed accompagnata da squilibri nel contenuto di alcuni macro e microelementi. Mediante somministrazioni ripetute di prodotti in grado di innalzare il valore del pH del suolo e di ripristinare un equilibrio nella composizione dei macro e micronutrienti si stanno ripristinando le condizioni ottimali per l'allevamento del kiwi", conclude il ricercatore.

Per maggiori informazioni:

C.R.A.-Centro di Ricerca per la Frutticoltura
Via di Fioranello, 52
00134 Roma
Tel.: (+39) 06 79348102
Fax: (+39) 06 79340158
Marco Scortichini
Email: [email protected]
Web: www.atlasplantpathogenicbacteria.it
Data di pubblicazione: