
In contemporanea, Veronamercato Network si è accordata con un importante importatore amburghese per attivare il flusso commerciale che porterà i prodotti anche verso il Regno Unito e i Paesi scandinavi.
"Stiamo percorrendo una strada obbligata - ha spiegato la dottoressa Perbellini - affinché i nostri operatori non siano vittime ma protagonisti della globalizzazione. Non è una strada facile, ma non abbiamo alternative. Attraverso una serie di missioni all'estero, insieme ai colleghi di Padova, abbiamo verificato quanto sia grande lo spazio per il prodotto italiano che spesso occupa quote di mercato modeste, malgrado la richiesta del made in Italy agroalimentare ci sia e sia anche forte. Di conseguenza, ci stiamo attrezzando per cogliere queste opportunità".
A seguire, si è tenuta una tavola rotonda cui hanno partecipato Marco Salvi, Paolo Bruni e Giuseppe Pavan, presidenti rispettivamente di Fruitimprese, CSO-Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara e Mercati Associati.

Da sinistra a destra, Paolo Bruni, Giuseppe Pavan, Marco Salvi e il direttore di VeronaMercato, Paolo Merci.
Marco Salvi ha presentato i principali dati sull'interscambio ortofrutticolo nazionale che, pur continuando a registrare un saldo attivo, evidenzia punti di debolezza.
Paolo Bruni ha sottolineato tre obiettivi prioritari: la ripresa dei consumi di ortofrutta - che negli ultimi 10 anni sono calati di 100 kg/famiglia - il necessario miglioramento della logistica nel nostro Paese e l'indispensabile conquista di nuovi mercati attraverso l'abbattimento delle barriere fitosanitarie.
Giuseppe Pavan - in rappresentanza degli enti gestori, pubblici e privati, dei circa 240 centro agroalimentari all'ingrosso - ha sollecitato maggiori sinergie tra gli operatori su tutto il territorio nazionale e la ripresa di un dialogo con i ministeri competenti - Politiche agricole e Sviluppo economico - per un rilancio e una razionalizzazione dei centri stessi.
Il direttore di Veronamercato, Paolo Merci, ha chiuso i lavori ripercorrendo non soltanto la storia e i numeri del centro agroalimentare, ma mettendo anche in luce la valenza umana e professionale della struttura e degli operatori che ad essa danno vita.
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