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I commenti delle parti

Emilia-Romagna: rinnovato il contratto quadro 2013-2015 per le patate

Con un valore di oltre 40 milioni di euro, una superficie interessata di oltre 5.000 ettari e alcune eccellenze come la Patata di Bologna Dop, il comparto pataticolo rappresenta una voce importante dell’agricoltura emiliano-romagnola.

Proprio allo scopo di sostenerlo e qualificarlo ulteriormente, le organizzazioni dei produttori Appe e Assopa, le principali cooperative del settore, i commercianti, Fruitimprese, Ascom, con la partecipazione del Centro documentazione per la Patata, hanno firmato ieri, 14 maggio 2013, a Bologna, alla presenza dell'assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni, il rinnovo del Contratto quadro per la patata da consumo fresco 2013-2015. Due gli obiettivi di fondo: fornire ai consumatori un prodotto di sicura qualità e ai diversi soggetti della filiera un'equa e trasparente remunerazione.

"E' un accordo significativo che, anche grazie ad alcune importanti novità, permette di contrastare la volatilità dei prezzi, ottimizzare l'offerta sui mercati e fornire adeguate garanzie ai consumatori – commenta l'assessore Rabboni – Ancora una volta la conferma che gli accordi di filiera e la possibilità di programmare produzione e commercializzazione sono la strada maestra per dare più competitività alla nostra agricoltura."

"Bene il contratto quadro per le patate che, secondo le associazioni, ci viene invidiato a livello nazionale da tutte le principali zone produttive - dichiara a FreshPlaza Davide Marmocchi della Marmocchi Angiolino srl - La brochure che mostra le campionature con gli standard fotografici rappresenta un passo avanti significativo. Molto positiva anche l'introduzione, finalmente, dell'indice di lavabilità nel valore del prodotto, visto che le patate di Bologna senza difetti ma scure sono altamente deprezzate."

Secondo Roberto Chiesa della Romagnoli F.lli SpA, si tratta di "un passo molto importante per garantire i presupposti per una suddivisione della marginalità lungo l'intera filiera pataticola. Un punto di partenza e non di arrivo, però. La produzione italiana fatica sempre più a contrastare la produzione pataticola d'importazione che fa perno sul prezzo e non sui contenuti qualitativi e ambientali che invece contraddistinguono le nostre produzioni."

"Con questo accordo quadro - dice Chiesa a FreshPlaza - l'Emilia-Romagna getta i presupposti per una chiara differenziazione della nostra pataticoltura, dove produzione e commercio si uniscono nel tentativo di garantire la giusta remunerazione del lavoro. L'auspicio è che, una volta tanto, questa esperienza venga ripresa anche da altri areali pataticoli nazionali i quali, al contrario, restano vittima della speculazione e del prodotto indifferenziato. Quando in Italia non si coltiveranno più patate, il mercato si troverà costretto ad approvvigionarsi all'estero e così la marginalità andrà a quelle aziende agricole, con l'unico risultato che per il consumatore italiano le patate costeranno di più."

Andrea Galli, direttore di Assopa, illustra a FreshPlaza: "Le OP ritengono importante la maggiore trasparenza che dovrebbe assumere la liquidazione finale del prodotto in conto deposito attraverso il lavoro della Commissione paritetica."

"Inoltre, è importante l’impegno preso dalle parti nel dare corso a una campagna di valorizzazione della patata di provenienza regionale con le OP a fare da regia e controllo delle quantità complessivamente prodotte dal territorio."

"Rimarco l'innovazione del Comitato tecnico agronomico con compiti meglio chiariti e con i firmatari che dovranno mettere in campo. Interessante anche la parte relativa al prezzo garantito fisso per valutare il grado di ricettività delle aziende agricole. Comunque, insieme ad Appe commenteremo in maniera più completa ed esaustiva la notizia del nuovo contratto quadro", conclude Galli.

Cosa prevede l'intesa
Il contratto conferma il rispetto del disciplinare di Produzione Integrata, come standard per tutta la produzione contrattualizzata, al quale si aggiungono i disciplinari di Selenella e della Patata di Bologna Dop.

Per elevare ulteriormente la qualità del prodotto viene costituito un Comitato tecnico agronomico (Cta) con un rappresentante per ogni organizzazione firmataria, che coordina e sviluppa azioni di tipo tecnico sia sul fronte produttivo che della conservazione, per aumentare l'omogeneità di comportamento degli operatori e alzare il livello di qualità del prodotto immesso sul mercato. Il Cta potrà predisporre ulteriori indicazioni in merito a coltivazione, raccolta e conservazione che si rendessero necessarie, frutto anche di sperimentazione comune (es. su varietà, tecniche irrigue, modalità di raccolta ecc).

ll Cta lavorerà in sinergia con il Servizio fitosanitario regionale e con il Centro ricerche produzioni vegetali di Cesena. Tra i primi compiti del Comitato la definizione delle metodologie consentite di prelievo dei campioni di patate al conferimento, per garantire valutazioni omogenee del prodotto consegnato.

Invariate le modalità di classificazione dei tuberi, anche attraverso l'uso di un manuale fotografico dei principali difetti. Si avvia l'impegno delle strutture di stoccaggio a monitorare per la prossima campagna l’indice di lavabilità, la percentuale di sostanza secca e di sottocalibri all’interno della prima categoria: l'obiettivo è valutare i dati in funzione di un loro potenziale utilizzo come ulteriori indicatori di qualità.

E’ anche confermato il funzionamento generale del contratto quadro: i produttori sottoscrivono, attraverso le OP, contratti coi commercianti utilizzando un modello contrattuale standardizzato e scelgono la modalità di cessione e pagamento: vendita con prezzo definito, conferimento in conto deposito con prezzo da determinare e, dall'anno prossimo, sarà inserita la possibilità del prezzo fisso garantito su una percentuale fino al 30% della produzione, a richiesta del singolo agricoltore.

Resta un punto di forza la Commissione della Borsa Patate (costituita da 5 membri di parte agricola e 5 del comparto commerciale), lo strumento interprofessionale che consente la determinazione dei prezzi, con diverse scadenze e modalità: anche per ottemperare agli obblighi inseriti dall'Art. 62 in tema di contratti, da quest'anno sarà quotata anche la patata di seconda categoria, che dovrà avere un prezzo minimo del 20% rispetto alla prima categoria. Reintrodotta anche la possibilità di indirizzare il prodotto non adatto al consumo fresco a un utilizzo industriale, nel rispetto del contratto quadro nazionale specifico per le patate da industria.

E' stata infine verificata l'efficacia delle regole adottate in passato relative in particolare a rendere più precise e trasparenti le verifiche e le comunicazioni al momento del conferimento e durante la conservazione del prodotto in magazzino.