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Di Rossella Gigli

"Il parere di un nutrizionista CRA su frutta e verdura a "km zero": qualche imprecisione di troppo"

E' apparsa su www.corriere.it una breve video intervista al dott. Andrea Ghiselli, nutrizionista del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, in merito alla dibattuta questione se il consumo di frutta e verdura che non provengano da Paesi o regioni lontane sia realmente preferibile.

Nel video, che riportiamo qui sotto, l'intento lodevole del ricercatore è quello di ridimensionare (giustamente) le argomentazioni a favore del "km zero"; tranne mostrare qualche incertezza e qualche imprecisione di troppo.

Come quando il prodotto "fuori stagione" viene definito "pompato da prodotti particolari" e quello coltivato in serra viene considerato come forzato da un ambiente artificiale che "imita la stagione". Dichiarazioni che sembrano ignorare come l'anticipo produttivo ottenuto grazie ai giusti accorgimenti tecnici e agronomici costituisca in realtà un grande progresso e un avanzamento di massimo rilievo nell'orticoltura moderna, senza alcun rischio per la salute pubblica.

Per fortuna, nel prosieguo dell'intervista, il dott. Ghiselli afferma che il consumo di prodotti locali non deve essere considerato un "dovere": "Perché poi andiamo a finire - dice l'esperto - che il Trentino non mangia arance e il Palermitano non mangia mele. Anche le fragole a dicembre, non vuol dire che non vadano consumate."

Nonostante questo, c'è da riflettere su quanto perniciosi siano certi luoghi comuni, se perfino un esperto nutrizionista può rimanerne vittima. Figuriamoci che quadro mentale potrà essersi fatto il semplice consumatore, al quale in questi ultimi anni è stato propinato "km zero" a dosi massicce ogni giorno!