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CReSO di Manta (CN): il punto sulla batteriosi dell’actinidia in Piemonte

Davanti a oltre 300 agricoltori e con 3 sale collegate in videoconferenza, lo scorso 23 aprile 2013 il CReSO-Centro di ricerca per la Frutticoltura di Manta (CN) ha organizzato un incontro tecnico per fare il punto sulla batteriosi dell'actinidia (Psa), mettendo in evidenza gli indirizzi di difesa per il periodo primaverile e i principali risultati delle ricerche in corso.

Dopo un andamento stagionale 2012 particolarmente caldo e con scarse precipitazioni, che aveva illuso operatori e tecnici di settore, in Piemonte - come in altre regioni d'Italia - il risveglio primaverile 2013 ha riservato spiacevoli sorprese. Le continue piogge, abbinate a temperature non eccessivamente basse, hanno infatti permesso allo Pseudomonas di imperversare e gli inequivocabili sintomi - essudati mielosi bianchi dalle gemme e rossastri dai cordoni - sono comparsi non solo nelle zone tipicamente colpite, ma anche in molti nuovi appezzamenti e in aree finora indenni e parzialmente risparmiate come il Cavourese e altre.

Come riferito da Sauro Graziani, responsabile del settore Actinidia dell'Ufficio tecnico della cooperativa faentina Agrintesa, in Nuova Zelanda la situazione appare anche peggiore (vedi notizia su FreshPlaza dell'11/02/2013). La varietà a polpa gialla Hort16A, più sensibile alla malattia, rischia l’estinzione e dalle 160.000 tonnellate inizialmente prodotte, quest'anno il ministero prevede una raccolta non superiore alle 30-40.000 ton.

La batteriosi in Piemonte
In Piemonte, il batterio è rimasto in una fase di latenza per tutto il 2012 e, anche se gli interventi consigliati dopo la raccolta e in fase di potatura sono stati eseguiti correttamente, il bilancio al momento attuale è pesante.

Chiara Morone del Settore fitosanitario del Piemonte ha fornito il quadro aggiornato della situazione in regione, dove sono stati estirpati oltre 700 ettari di actinidia, la metà dei quali ancora in fase di allevamento. Il piano degli estirpi è stato sostenuto dalla Regione Piemonte, che – prima fra le Regioni italiane – ha messo a disposizione 4 milioni di euro.



Piano di applicazione in Piemonte delle misure di emergenza per la prevenzione, il controllo o l'eradicazione della batteriosi dell'actinida. Definizione dello stato fitosanitario del territorio: in arancione le aree delimitate, cioè le zone comprendenti le aree contaminate e relative zone di sicurezza.

A causa della decisione di esecuzione della Commissione europea del 5 dicembre 2012 relativa alle misure per impedire l’introduzione e la diffusione nell’UE di Pseudomonas syringae pv. actinidiae si è reso necessario emanare un nuovo piano di emergenza (Determina dirigenziale 251 dell'8 aprile 2013).

"La decisione - ha spiegato Morone - introduce prescrizioni per l’introduzione nell’Unione di vegetali di actinidia destinati alla piantagione originari di paesi terzi e prescrizioni per gli spostamenti dei vegetali di actinidia destinati alla piantagione all’interno dell’Unione; per questi ultimi è previsto che siano accompagnati dal passaporto delle piante."

La ricerca
Nel 2011, la Regione Piemonte e la Fondazione CRT hanno finanziato un programma di attività svolte in collaborazione dal Servizio fitosanitario, Agroinnova (Centro di competenza dell’Università di Torino) e il CReSO. Le ricerche sono state condotte in parziale integrazione con quelle svolte in altre regioni, in particolare l’Emilia-Romagna.

Marco Scortichini, il batteriologo del CRA di Roma che ha sequenziato il DNA del batterio, ha riassunto le acquisizioni della ricerca dal punto di vista biologico-epidemiologico: le vie di penetrazione, la diffusione all'interno della pianta e la sua incubazione, che può variare da qualche mese a oltre un anno.

Partendo dalla considerazione che non esistono rimedi miracolosi, ma utili indicazioni applicative e di prevenzione, Graziano Vittone del CReSO e Matteo Monchiero di Agroinnova, Università di Torino, hanno presentato i risultati delle prove di difesa eseguite in questo biennio in Piemonte.



Per verificare la risposta della pianta all’infezione attraverso inoculo artificiale di Psa e l'eventuale presenza di fitotossicità, sono stati saggiati prodotti rameici, induttori di resistenza, disinfettanti e organismi antagonisti e/o favorenti la cicatrizzazione, su piante in vaso e su parcelloni sperimentali dislocati sul territorio.

Al CReSO sono attualmente in corso ulteriori prove sperimentali di verifica e confronto di efficacia dei più importanti principi attivi attualmente disponibili sul mercato e preventivamente saggiati in prove di semi-campo.

In occasione dell'incontro, è stata distribuita ai frutticoltori la Scheda tecnica n. 7 - Batteriosi dell'actinidia in Piemonte: Indicazioni per la difesa primaverile-estiva 2013.