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I commenti di Confagricoltura e AIAB

Confindustria solleva un quesito giuridico sulla validita' dell'Art. 62: superato dalla normativa europea?

Il 26 febbraio 2013 il Direttore Generale di Confindustria, Marcella Panucci ha scritto al Capo Gabinetto del Ministro Passera, Pres. Mario Torsello sollevando un quesito giuridico relativo all'art.62, in particolare sul fatto se, dopo soli due mesi dalla sua entrata in vigore, l'articolo 62 sia stato "superato" dall'attuazione della Direttiva europea sui Late Payments (ritardati pagamenti).

Il Ministero risponde per il tramite del Capo Ufficio Legislativo, Cons. Raffaello Sestini (leggi il documento). Il quale, "su indicazione del Capo di Gabinetto", risponde al quesito giuridico, concludendo: "Ad avviso dello scrivente Ufficio Giuridico del Ministro, l'articolo 62, comma 3 (…) è stato abrogato tacitamente ed oggi non più in vigore. Di conseguenza, non possono altresì trovare applicazione i seguenti commi (…)". In pratica i termini inderogabili di pagamento e le sanzioni introdotte dalla legge 24 marzo 2012 n. 27 varrebbero carta straccia.

Secondo alcuni giuristi, tuttavia, la legge italiana rimane pienamente in vigore.

Il commento di Confagricoltura
Fare definitiva chiarezza, e rapidamente, sull'articolo 62. E' questa la richiesta di Confagricoltura dopo il parere dell'ufficio legislativo del ministero dello Sviluppo economico, che ritiene tacitamente abrogata la norma sui termini di pagamento nelle transazioni commerciali, in seguito al recepimento della nuova direttiva UE sui pagamenti.

Confagricoltura ha sempre sostenuto che c'era bisogno di un provvedimento che riportasse equilibrio nel sistema dei pagamenti, ma che un eccesso di dirigismo ha finito per rendere l'applicazione dell'articolo 62 veramente problematica per comparti importanti, a partire dal florovivaismo, alla zootecnia, al vino, come anche altri.

"Una norma nata per essere utile agli agricoltori – sostiene l'Organizzazione agricola - che è stata strutturata senza considerare i meccanismi di funzionamento interni alle filiere, peraltro in una situazione economica di estrema difficoltà. Non sono queste rigidità che possono far ripartire il mercato".

Il Parlamento, poi – spiega l'Organizzazione degli imprenditori agricoli - ha dovuto metter mano alla paralisi che si era creata, esentando le relazioni commerciali tra agricoltori, anche per evitare lo spiazzamento internazionale delle nostre imprese che in parte ancora permane. Ma si poteva fare di più per tutte quelle filiere di produzione che realizzano processi produttivi che sanno regolarsi al loro interno e dove le imprese in realtà gestiscono i flussi finanziari e le condizioni di pagamento integrandosi rispetto al mercato di sbocco.

"La direttiva europea ragiona esattamente in questo modo: lascia delle valvole di regolazione all'autonomia delle imprese, in un quadro di maggiori certezze di tempi e modalità di pagamento. È chiaro che ora le due normative vanno raccordate: ci auguriamo che questa volta si ascolti il mercato, se ne recepiscano le esigenze differenziate, per tutelare i contraenti deboli quando necessario, così come i sistemi produttivi nel loro insieme".

Il commento di AIAB
"Con la nota 5401 del 26 marzo, scatenata da un quesito giuridico di Confindustria si abroga di fatto una delle poche leggi che, concretamente, avevano posto parametri di trasparenza e di sicurezza nella transazioni tra produttori agricoli e acquirenti". E' questo il commento di AIAB alla nota del Ministero dello Sviluppo economico con cui si mette fine al periodo di sicurezza di retribuzione e di pagamento rispetto alle transazioni dei prodotti agricoli, iniziato il 24 ottobre scorso, con l'emanazione dell'articolo 62 che regolava i tempi di pagamenti sia per i prodotti freschi che per i prodotti agricoli secchi.

"Questa nota costituisce un enorme passo indietro e riporta ad una maggiore insicurezza economica gli operatori agroalimentari che vedono allungarsi i tempi di pagamento dei loro prodotti e dovranno sempre più spesso ricorrere alle banche per coprire i propri costi, in attesa di veder pagato ciò che hanno venduto" – dichiara Caterina Santori, vice presidente di AIAB. E' per questo che AIAB proseguirà nell'opera di sensibilizzazione e promozione di filiere garantite, non solo per garantire la provenienza da agricoltura biologica, ma anche per assicurare una tempistica certa di pagamento degli operatori".
Data di pubblicazione: