Pesche e nettarine: la filiera perde l'occasione di un accordo interprofessionale
L'accordo doveva poi essere inoltrato al Consiglio nazionale dell'Organizzazione interprofessionale per l’opportuna ratifica e il conseguente invio al ministero delle Politiche agricole che, successivamente, l'avrebbe mandato alla Comunità europea.
Come riferisce il coordinatore Gabriele Ferri: "Dopo un'attenta analisi della normativa nazionale e comunitaria e dell'andamento della produzione e dei consumi, realizzata da Fabio Del Bravo (direttore dell'Area Mercati di Ismea), il Comitato pesche e nettarine ha redatto un documento in base al quale i frutti di calibro ‘D’ prodotti nel nostro paese non avrebbero potuto essere immessi sul mercato a partire dal 1° giugno, mentre le pesche e nettarine di II qualità potevano essere commercializzate sul mercato del fresco soltanto se di calibro medio grosso A+."
"L'accordo non si sarebbe applicato alle pesche e nettarine biologiche e al prodotto destinato all'industria di trasformazione e avrebbe previsto che Agecontrol - rappresentata all’incontro da Graziano Capuccini - controllasse il rispetto delle norme sul territorio italiano al fine di creare le condizioni per poter estendere erga omnes le regole così condivise."
"Purtroppo, però, – dichiara Ferri – dopo alcune riunioni del Consiglio nazionale, non è stato possibile raggiungere un accordo unanime sulla proposta elaborata dal Comitato tecnico."
"Con grande rammarico bisogna quindi affermare che abbiamo perso l’opportunità di avviare un percorso in grado di migliorare il livello qualitativo delle nostre pesche e nettarine. E questo mentre negli ultimi mesi si è registrato un importante impegno anche da parte del ministro delle Politiche agricole e dei funzionari preposti - ad iniziare da Francesco Giardina che per la Segreteria tecnica del ministro segue direttamente l'OI - a favore di un significativo rilancio dell’interprofessione nel nostro paese."
"In definitiva – conclude il coordinatore del Comitato pesche e nettarine – la filiera non ha saputo fissare regole minime da seguire per ottenere un costante miglioramento della qualità del prodotto e assecondare così sempre meglio le richieste dei consumatori. A questo punto dovremo ancora una volta invocare madre natura affinché provveda ad autoregolarsi: una soluzione sicuramente insufficiente a garantire risposte concrete ai produttori che con tanto impegno difendono il loro lavoro quotidiano."
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