Il Brasile annuncia la fine delle controversie con USA su presunto dumping nel commercio di succo d'arancia
Il Brasile, primo esportatore mondiale di succo d'arancia, ha dato il via alla controversia giuridica per cercare di rovesciare i dazi punitivi imposti alle sue esportazioni, sostenendo che il metodo americano per il calcolo dei presunti volumi di merce oggetto di dumping - o di importazione negli States a prezzi ingiustamente bassi - fosse illegale.
Una giuria del WTO ha dato ragione al Brasile e nel 2001 si è espressa a suo favore. Lo scorso febbraio, le due parti avevano dichiarato di aver concordato un percorso per la soluzione della controversia, e un mese più tardi una giuria commerciale degli Stati Uniti ha ridotto fino al 60% i dazi contro il dumping sull'importazione di succo d'arancia brasiliano, infliggendo un duro colpo ai coltivatori di arance della Florida, che avevano fatto pressioni affinché i dazi fossero mantenuti.
I dazi punitivi applicati ai tre principali produttori brasiliani di succo d'arancia (Cutrale Citrus Juice, Citrosuco Paulista e Louis Dreyfus) erano in vigore dal 2006.
Gli Stati Uniti avevano successivamente abbandonato il proprio metodo di calcolo del dumping dopo aver perso una serie di cause presso il WTO.
Alla fine della scorsa settimana Brasile e Stati Uniti hanno informato le autorità del WTO di aver formalmente posto fine alla loro disputa, come spiega una dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri brasiliano di martedì scorso.
Il dumping è una pratica commerciale predatoria attraverso la quale i produttori cercano di monopolizzare il mercato vendendo prodotti a prezzi sottocosto, e non sostenibili dalla concorrenza, proprio con l'obiettivo di espellere i concorrenti dal mercato.
Nel frattempo, il Brasile ha stimato a 281 milioni di casse da 40,8 Kg la propria produzione di arance da succo per la stagione 2013/14, il 23% in meno rispetto alla precedente stagione.
Fonte: reuters.com
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