Nocciole dei Cimini e prodotti dell’Alta Tuscia nel marchio Tuscia Viterbese
E' quanto deciso dalla Giunta della Camera di Commercio di Viterbo che ha approvato i disciplinari, precedentemente vagliati dal Comitato di gestione e controllo del marchio Tuscia Viterbese, dopo l’iter che ha visti coinvolti associazioni di categoria, produttori ed Enti locali.
La Nocciola dei Cimini rappresenta per la provincia di Viterbo uno dei prodotti agroalimentari più importanti, sia in termini di fatturato sia per le quantità prodotte, collocandosi ai primi posti a livello nazionale. Il disciplinare elaborato per il marchio Tuscia Viterbese prende le mosse da quello relativo alla DOP Nocciola Romana, soprattutto per quel che riguarda le zone di produzione, le tecniche agronomiche e le caratteristiche del frutto. Rispetto alle caratteristiche dei prodotti trasformati sono state individuate due tipologie: "dolci" che raggruppa i prodotti da forno (tozzetti) e da pasticceria (torte, creme, cioccolato, torroni); e "salati" (creme, salse e vellutate).
Per quanto riguarda i prodotti dell’Alta Tuscia Viterbese, sono già stati riconosciuti come tipici e di qualità dalla Regione Lazio, che li annovera tra i Prodotti Agroalimentari Tradizionali, e dalla Comunità Montana Alta Tuscia che li ha valorizzati con uno specifico brand. Partendo da questa situazione la Camera di Commercio e la Comunità Montana, per rilanciare con maggior vigore tali prodotti, hanno collaborato per realizzare un disciplinare che accorpa i diversi prodotti sotto un unico disciplinare del marchio Tuscia Viterbese: Aglio Rosso di Proceno, Farro del Pungolo di Acquapendente, Cece del solco dritto di Valentano, Fagiolo del purgatorio di Gradoli e Lenticchia di Onano.
Nel disciplinare del marchio Tuscia Viterbese ogni prodotto si svincola dai confini comunali al quale ogni denominazione sembra limitarli, ovviando in tal modo ai problemi di marginalità commerciale che una micro-nicchia produttiva può rappresentare. Sono stati inoltre individuati gli ambiti di competenza della Camera di Commercio di Viterbo e della Comunità Montana Alta Tuscia: alla prima, tramite il Comitato di Gestione e controllo, spetteranno le verifiche da effettuare sui trasformatori che immettono sul mercato i prodotti rispondenti allo specifico Disciplinare; mentre alla Comunità Montana spetterà il controllo delle denunce di coltivazione.