Effetti della siccità estiva sulle colture

Il resoconto sull’annata agraria 2012 che gli esperti di Veneto Agricoltura hanno presentato lo scorso gennaio in Corte Benedettina a Legnaro (PD), in presenza di Franco Manzato, assessore regionale all'agricoltura, e di Paolo Pizzolato, commissario straordinario dell'Azienda, non lascia spazio alle interpretazioni.
Proprio Manzato, confortato da dati che confermano i punti di forza dell’agroalimentare veneto, ha ribadito: "E' necessario razionalizzare le risorse pubbliche e supportare con efficienza il tessuto economico del settore primario in grado di creare reddito e lavoro." Dimensioni aziendali adeguate, sostegno a ricerca e innovazione, rafforzamento dell’ufficio regionale in Europa, lotta alla contraffazione, in vista della nuova PAC e nuovo PSR, gli obiettivi principali.
Sulla stessa linea Pizzolato che ha evidenziato il ruolo fondamentale dell’Azienda di Legnaro sulla ricerca e l’innovazione per le imprese e sulla progettazione europea a sostegno della competitività del settore.
Tornando ai dati, il fatturato complessivo, grazie ai prezzi in crescita, si è attestato su un livello leggermente superiore rispetto al 2011: 5,27 miliardi di euro, pari a un +0,5%.
Sulla produzione delle coltivazioni agricole domina però, mediamente, il segno negativo, proprio a causa dell’andamento meteorologico sfavorevole.
Se cresce lievemente il valore della produzione (+0,5%), diminuisce il numero delle imprese agricole (-2,1%), soprattutto delle ditte individuali mentre aumentano società di persone e di capitali; continua l’incremento del numero di occupati (+11%, più donne e dipendenti), aumenta l’export di prodotti agroalimentari (+9%) e si riduce il deficit della bilancia commerciale (-32%).
La contrazione delle aziende, nel dettaglio, ha interessato tutte le province ad esclusione di quella di Belluno; in particolare Padova (-3,1%) e Venezia (-2,9%) dimostrano perdite superiori alla media regionale. Verona, con 17.100 imprese agricole attive (-2,1%) si conferma la prima provincia in Veneto (23,5% delle aziende), seguita da Treviso (15.430, -1,2%) con il 21,2% e Padova (14.940 aziende), dove si localizza il 20,5% delle imprese agricole regionali.
Passando ai risultati delle singole colture ortofrutticole, si dimostra buona la tenuta per patate e ortaggi che confermano le superfici aumentando leggermente il valore della produzione (+1,2%). I mercati per queste colture sono stati altalenanti: il prezzo medio annuo ha subìto un calo per il radicchio (-8%) e la patata (-15%); rialzi invece per lattuga (+18%) e fragola (+24%).
Le colture frutticole non se la passano meglio: melo -5%, pero -12%, pesco -13%. Tuttavia, la minore offerta e la buona qualità del prodotto hanno consentito di spuntare prezzi vantaggiosi.
Variazione dei prezzi dei principali prodotti agricoli veneti

(Fonte: Elaborazione di Veneto Agricoltura su dati Ismea).
La vitivinicoltura veneta ha subìto una contrazione produttiva significativa sia in termini di produzione di uva (-7%) che di vino (-13%) a causa dell’andamento meteorologico anomalo. La contrazione dell’offerta ha sostenuto però i listini, determinando per il terzo anno consecutivo l’aumento dei prezzi delle uve (mediamente +10%) e un’ottima tenuta di quelli dei vini.
Per scaricare il Report completo "Prime valutazioni 2012 sull'andamento del settore agroalimentare veneto" clicca qui.