
"In occasione di un viaggio in Francia - ha dichiarato Pugliese - ho notato che il prezzo delle clementine marocchine era di 3,00 euro/kg, contro solo € 1,70 di quelle italiane".
Più che per ragioni di qualità del prodotto, la differenza si motiva solo se rapportata all'attuale impossibilità, da parte delle aziende agrumicole italiane, di garantire un approvvigionamento ai mercati di almeno 20 autotreni al mese, cosa invece possibile per le forniture dal Marocco.
Una forbice di prezzo, insomma, che evidenzia una mancanza di potere contrattuale da parte dei produttori italiani, che difettano ancora in aggregazione e pianificazione, a fronte di costi di produzione sempre più alti che li dovrebbero convincere nella direzione una maggior organizzazione.
Un ragionamento che si innesta anche nel quadro degli effetti conseguenti all'accordo commerciale tra Unione europea e Marocco, stipulato lo scorso febbraio, che liberalizza il commercio dei prodotti agricoli provenienti dal paese magrebino, generando ulteriori difficoltà per i piccoli produttori europei.