Inflazione: in calo i consumi degli italiani
I prodotti alimentari - spiega la Cia - si sono fermati al +2,5 per cento, mantenendosi al di sotto del tasso medio annuo dell'inflazione e contenendo per quanto possibile l'aumento generale dei prezzi. Nonostante questo, però, per affrontare le spese obbligate (carburanti, utenze, mutui, affitti, Imu) gli italiani hanno dovuto necessariamente "tagliare" sulla tavola: sei famiglie su dieci hanno modificato gli acquisti dei prodotti alimentari e circa il 50% ha ridotto decisamente la spesa.
Secondo un'analisi Coldiretti/Swg diffusa in occasione della divulgazione dei dati Istat, il 61 per cento degli italiani ha tagliato il carrello della spesa per effetto dell'aumento dei prezzi e del crollo del potere d'acquisto, mentre un 6 per cento non riesce ad arrivare a fine mese. Ben il 62 per cento degli italiani va a caccia di offerte speciali tra le corsie dei supermercati più che in passato, mentre circa la metà dei consumatori (49 per cento) fa addirittura la spola tra diversi negozi per confrontare i prezzi più convenienti. A cambiare – conclude la Coldiretti - è stato anche il menu degli italiani, che hanno portato in tavola in quantità più pasta e gnocchi (+1,1 per cento) o uova (+0,4 per cento) e meno pesce fresco (-3,4 per cento), vino (-3 per cento), frutta (-1,9 per cento) e carne (-0,4 per cento).
L'Ufficio Economico Confesercenti analizza in una nota il dato definitivo sull'inflazione del 2012 in una nota. "Solo alcuni componenti del paniere hanno continuato a viaggiare a ritmi di crescita particolarmente sostenuti". Il dato dell'inflazione, afferma ancora "è dovuto ai carburanti", mentre "il ridimensionamento dell'indice dei prezzi è spiegato da diversi fattori. Tra questi, la forte contrazione dei consumi, la cui caduta è stata d'intensità maggiore rispetto a quella del Pil: se tra il 2007 e il 2011, infatti, le famiglie hanno ridotto la propensione al risparmio per mantenere determinati livelli di consumo, nel 2012 si sono trovate di fronte a una crisi di natura non congiunturale ma strutturale, che le ha spinte a tagliare le spese".
Sull'andamento dell'indice generale dei prezzi, conclude Confesercenti, "ha agito anche l'effetto downgrading: le famiglie cercano riparo dalla caduta dei redditi puntando su promozioni, offerte e cambiamenti del mix di beni, riposizionando il proprio paniere di consumi sulle fasce di prezzo più basse".