Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Nicaragua: per la crisi idrica si coltivano sul lago meloni, lattuga e pomodori

Lattuga, meloni e pomodori provenienti dal lago Nicaragua. Tutti prodotti coltivati direttamente nel lago. E così il Nicaragua lancia l'idea: coltivare sull'acqua contro la crisi idrica globale. Produrre cibo senza sprecare acqua, nello stato dell'America centrale come in molti altri paesi poveri nel mondo, è un'esigenza.

La carenza di cibo e la continua crescita demografica rende necessario escogitare nuovi metodi di coltivazione, soprattutto nelle popolazioni che vivono nei limiti del livello di sussistenza.

L'esperimento al vaglio è quello di coltivare sulla superficie dei laghi delle colture che crescerebbero come piante acquatiche, con un notevole risparmio di acqua e di risorse. In Nicaragua la coltivazione di meloni, lattuga, pomodori e cetrioli su zattere galleggianti si è rivelata di grande successo.

Se i risultati fossero incoraggianti si potrebbe estendere l'esperimento anche in Africa e nei paesi più poveri. Ricardo Radulovich, docente di Scienza delle acque presso l'Università del Costarica e capo del progetto, ha sottolineato: "Diversi Paesi africani hanno laghi molto grandi, per una superficie totale di oltre 150.000 chilometri quadrati".

Oltre a ridurre l'impatto dell'agricoltura sull'ambiente, l'esperimento potrebbe portare alla creazione di nuovi posti di lavoro. Un effetto "collaterale" positivo e da non sottovalutare.
Data di pubblicazione: