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Sugli OGM, il 55% degli italiani e' favorevole alla ricerca, il 52% all'acquisto

Per il 55% degli italiani è utile continuare a fare ricerca scientifica sugli OGM e il 52% appare possibilista rispetto all'acquisto futuro di prodotti biotech.

Sono alcuni dei dati che emergono dalla ricerca Ispo per Futuragra, l'associazione di agricoltori che si batte per l'introduzione delle biotecnologie in Italia. Informazione, ricerca scientifica e propensione all'acquisto sono i temi del sondaggio presentato oggi a Roma da Renato Mannheimer (Ispo Ricerche) e Silvano Dalla Libera (vicepresidente di Futuragra).

Dalla ricerca risulta anche che il 62% degli intervistati pensa che gli scienziati italiani abbiano diritto di fare ricerca alle stesse condizioni dei colleghi degli altri Paesi. Il 49% non è d'accordo sul fatto che l'Italia abbia interrotto la sperimentazione. Tra i più forti sostenitori della ricerca scientifica i laureati e i 35-44enni.

"La ricerca mette a nudo il deficit di conoscenza sul tema degli OGM presso l'opinione pubblica italiana, al centro di messaggi spesso ideologizzati e bersagliata da dibattiti in cui le ragioni della scienza sono poco rappresentate", ha commentato Mannheimer. "Non deve dunque sorprendere se in un contesto di questo tipo la richiesta sia proprio quella di ridare la parola alla scienza e alla ricerca. La propensione all'acquisto espressa da più della metà della popolazione è un segno di grande maturità dei consumatori che manifestano meno pregiudizi di quanto fino a oggi si sia voluto far credere. Questi dati aprono uno scenario nuovo nel dibattito e dimostrano un'apertura che non potrà essere ignorata in futuro".

La maggioranza della popolazione (52%) è concorde con il fatto che se la legge permette di vendere OGM, allora dovrebbe anche consentirne la coltivazione. Allo stesso tempo gli italiani si dimostrano sensibili al deficit di competitività dei coltivatori italiani. Per il 56% non è giusto che gli agricoltori stranieri possano produrre e poi vendere in Italia prodotti OGM se agli agricoltori italiani è impedito di coltivare mentre solo il 7% ritiene che questa situazione non ponga un problema di competitività.

"Queste risposte sono quelle che ci danno più fiducia per il futuro", afferma Dalla Libera. "Al di là del dibattito sbilanciato su questo tema, gli italiani percepiscono l'agricoltura come un settore produttivo primario", conclude.
Data di pubblicazione: