Pakistan: le esportazioni di mandarini Kinnow inizieranno il 1 dicembre 2012
Attualmente, ci sono oltre 250 impianti di trasformazione che operano a Sargodha e Bhalwal (Pakistan), lavorando giorno e notte per soddisfare la domanda internazionale. La maggior parte dei frutteti appartengono a produttori locali che, dopo aver intravisto un potenziale nel mercato locale, vi hanno investito. Gli impianti funzionano a corrente elettrica ma enormi quantitativi di diesel sono stati consumati per mantenere le operazioni durante i frequenti blackout. Il costo elevato di questo diesel è a carico dei titolari degli impianti di trasformazione.
Secondo Abdul Malik della Union Fruit ci sono molti problemi logistici che gli esportatori devono affrontare, come le strade piene di buche, adatte solo ai trattori. Le condizioni di queste strade fanno sì che per percorrere pochi chilometri si impieghi anche mezz'ora. Un autocarro che trasporta un container di Kinnow si muoverà a passo di lumaca. Questo non solo aumenta il costo di trasporto, ma crea anche ritardi nella spedizione.
Un altro problema principale è l'elettricità. Le tariffe sono così elevate che è molto difficile competere sul mercato internazionale. Le interruzioni nella fornitura di corrente elettrica sono, per giunta, un episodio normale; in queste occasioni, le aziende continuano le loro attività usando il diesel. L'indisponibilità di gas naturale è un'altra grande problematica del paese.
"I continui miglioramenti nelle infrastrutture delle aziende agricole e nella selezione varietale sono primari per massimizzare la resa per ettaro e produrre frutti resistenti alle fitopatie. I produttori stessi cercano di migliorare la produzione ma siccome non possiedono una vera e propria conoscenza e consapevolezza, i risultati non sono così soddisfacenti. Gli scarti rappresentano un altro fattore preoccupante. Attualmente il 20% della produzione viene scartato durante la raccolta e un altro 10% si perde durante la lavorazione", sottolinea Abdul Malik.
Il problema della ricerca di nuovi mercati e la riduzione delle misure di quarantena necessitano immediate attenzioni da parte del governo. Attualmente il Medio ed Estremo Oriente sono i mercati primari per i Kinnow pakistani. Le autorità fitosanitarie russe hanno recentemente visitato le aree di produzione dei Kinnow e hanno richiesto un test di laboratorio per ogni spedizione, che costerà almeno 800 dollari a container, dato che non esistono in Pakistan laboratori designati dal team russo.
Un PTA (accordo commerciale preferenziale) è stato firmato con l'Indonesia a inizio di quest'anno ma ancora non è stata stabilita alcuna data per l'entrata in vigore.
Quest'anno, Sri Lanka e India potrebbero rappresentare degli interessanti mercati regionali poiché il raccolto è andato distrutto a causa del tifone Nelaam nelle aree orientali di questi paesi. Esistono però ancora delle barriere commerciali in questi due paesi.
"Per adesso la coltivazione di Kinnow e il relativo settore richiedono azioni immediate prima che sia troppo tardi. Il governo ha bisogno della collaborazione degli esportatori, dei trasformatori ed in particolare dei produttori per avere la situazione ben delineata", conclude Malik.
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