"Nella distribuzione "solo" il 5% degli sprechi agroalimentari"
L'anello più efficiente della filiera è, quindi, quello della distribuzione, dove si sprecano "solo" 8 kg pro capite l'anno. "Un supermercato medio, diciamo di circa 6.000 mq, getta via l'1% del suo fatturato: 150 tonnellate di cibo, perfettamente consumabile, in un anno, quanto basterebbe per nutrire tra le 300 e le 400 persone al giorno. Nel 2011 la percentuale è scesa, arrivando allo 0,6% del fatturato", spiega Andrea Segrè, autore della 'saga' sullo spreco inaugurata nel 2010, i tre libri dedicati rispettivamente a cibo, acqua ed energia che contengono tutti i dati.
La quantificazione degli sprechi nel settore distributivo si suddivide in due ambiti di riferimento. Da una parte i mercati all'ingrosso come i centri agroalimentari e i mercati ortofrutticoli; dall'altra il sistema distributivo commerciale: cash&carry, ipermercati, supermercati e piccolo dettaglio.
Nel primo caso si perde una percentuale di ortofrutta intorno all'1% che viene gestita come rifiuto; in peso, vengono smaltite come rifiuto 111.000 tonnellate di prodotti ortofrutticoli, mentre nella grande e piccola distribuzione gli sprechi alimentari ammontano a 267.000 tonnellate. Con lo spreco dell'industria e della Grande Distribuzione italiana sarebbe possibile sfamare (tre pasti al giorno colazione, pranzo e cena) almeno 4 milioni di persone per un anno intero secondo gli standard nutrizionali della Fao.