Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Intervista doppia di FreshPlaza

Italia: quali rischi dal tracollo della castanicoltura? E cosa fare?

Sul preoccupante tracollo della castanicoltura italiana, testimoniato dalle ultime cifre relative agli ingenti cali produttivi in tutte le regioni vocate (leggi precedenti articoli: 1 - 2 - 3 - 4 - 5) FreshPlaza, ha realizzato una "intervista doppia", interpellando, da un lato, il produttore Salvatore Malerba dell'omonima azienda Malerba Castagne di Montella (Avellino); dall'altro lato il Direttore generale Medicert ed Icea Campania, l'agronomo e ricercatore dott. Giuliano D'Antonio.

La situazione
Il titolare dell'impresa Malerba, storica azienda giunta alla sua quinta generazione e per questo premiata dalla Camera di Commercio di Avellino lo scorso 23 ottobre 2012 come "azienda storica" del territorio, riferisce che la situazione è critica: "L'avellinese vanta uno dei principali areali produttori di castagne a livello nazionale. Si pensi inoltre che la locale Castagna di Montella, per le sue caratteristiche distintive, ha ottenuto il riconoscimento IGP nel 1992. Ebbene, proprio qui, nel 'cuore' della castanicoltura campana, stiamo registrando perdite produttive fino all'85%". Il poco che rimane, non è sempre adatto alla commercializzazione: "Lo scarto e il prodotto rovinato incidono per un 25-30% su quel 15% di prodotto che siamo riusciti a raccogliere", segnala Salvatore.


Operazioni di raccolta nel castagneto dell'azienda Malerba.

Dati confermati anche da Giuliano D'Antonio: "Gli alberi di castagno appaiono generalmente sofferenti, segno della presenza di una molteplicità di fattori di indebolimento. E' vero che il castagno ci ha già sorpreso in passato per la sua grande capacità di recupero e di risposta alle avversità ambientali o fitosanitarie, ma questa volta il quadro è tale che sarebbe opportuno un intervento concertato da parte di tutti".

Secondo il produttore Salvatore Malerba, una delle cause principali della perdita produttiva si deve all'infestazione dell'insetto asiatico parassita Cinipide galligeno (o vespa del castagno): "L'insetto è arrivato nella nostra zona 5-6 anni fa, dopo aver fatto la sua prima comparsa in Piemonte, giunto in Italia con molta probabilità attraverso materiale vegetale già infetto, importato dalla Cina. Oltre alla perdita in termini di frutti, quello che impressiona è la perdita di fogliame degli alberi. Un tempo era un piacere camminare tra i castagneti, in uno scenario frondoso e piacevolmente ombroso... oggi mi si stringe il cuore quando vado a trovare i miei 'figlioli' arborei, ridotti in quelle condizioni".

Nella foto qui sotto: Salvatore Malerba presso la pesatrice nel vecchio magazzino di confezionamento dell'azienda.


I rischi
Il rischio maggiore, come riconosciuto da entrambi gli intervistati, sta nei devastanti effetti a catena che un abbandono in massa dei castagneti potrebbe comportare (e sta già comportando) per le economie e i paesaggi locali. "Qui a Montella - ricorda Salvatore - solo qualche anno fa si facevano ben 40.000 giornate di lavoro con i castagneti. Da un paio d'anni è tutto finito".

A sua volta, il dott. D'Antonio (in foto) avverte: "Le ricadute che derivano del collasso della castanicoltura non vanno sottovalutate; il presidio e la tutela del territorio che la presenza di queste produzioni ha fin qui garantito (e si pensi solo al fatto che, nell'Italia degli incendi boschivi, mai nessun castagneto è andato in fiamme!) potrebbero venire meno, con conseguenze non soltanto socio-economiche, ma anche idro-geologiche. E' a rischio un patrimonio che va ben oltre la castanicoltura".

Cosa fare?
Insieme all'ICEA Campania, l'azienda Malerba Castagne ha introdotto in via sperimentale alcuni trattamenti insetticidi a base di Piretro, sostanza consentita in agricoltura biologica ma fin qui autorizzata solo per l'uso su frutta a guscio come le nocciole e non ancora per le castagne. I risultati preliminari ottenuti risultano comunque incoraggianti e potrebbero aprire la strada ad una strategia diversificata di lotta al parassita Cinipide, da combinarsi all'attuale programma di contrasto biologico ottenibile mediante rilascio nell'ambiente dell'insetto utile Torymus sinensis, nemico naturale del Cinipide.

Giuliano D'Antonio conclude: "Nel castagno servirebbe una visione olistica, in grado cioè di prendere in considerazione l'insieme dei fattori che determinano l'attuale crisi produttiva. Tutti i portatori di interesse coinvolti nella problematica devono rapidamente concertare una strategia comune e multi-approccio. Il tempo stringe!".