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Pomodori trasformati: l’Italia impugna il non riconoscimento degli aiuti UE

L'Italia ha impugnato dinanzi al Tribunale dell'Unione europea la decisione della Commissione UE del 2012 che "esclude dal finanziamento europeo nel settore della trasformazione dei pomodori circa 8,7 milioni di euro relativi agli anni 2006 (3,5 milioni), 2007 (2,7 milioni) e 2008 (2,5 milioni), a causa di controlli insufficienti sul rendimento della produzione di pomodori".

Sono interessate quattro Regioni: Puglia, Campania, Lombardia ed Emilia-Romagna. La normativa europea del 2003 che regola gli aiuti nel settore dei prodotti trasformati impone infatti alle autorità degli Stati membri, al fine di prevenire il rischio che siano dichiarate dai produttori materie prime fittizie, di assicurarsi della consistenza effettiva dei quantitativi consegnati alle industrie di trasformazione, attraverso controlli amministrativi e contabili su almeno il 5% dei produttori interessati.

"Indagini della Commissione – scrive la Corte UE – hanno dimostrato l’assenza di controllo della resa di produzione dei pomodori da parte dei controllori locali: quest’ultimi non prendono in esame né rese alla produzione molto elevate, né rese basse, limitandosi a controllare la concordanza tra le superfici dichiarate nell’ambito del sistema integrato e l’effettiva estensione del terreno, senza interessarsi all’impatto sulla produzione di pomodori". Per questo la Commissione UE ha decurtato circa 8,7 milioni agli aiuti che avrebbe dovuto versare all’Italia. Decisione che ora Roma contesta davanti ai giudici europei. La sentenza è attesa nei prossimi mesi.

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