"Frutta nelle Scuole: la "guerra delle mele" tra Trentino e Veneto non fa bene a nessuno"
I produttori trentini erano inizialmente rimasti fuori dalla fornitura di mele, decisa con regolare gara d'appalto e, per questo, gli istituti scolastici della provincia erano stati formalmente invitati dall'assessore all'istruzione a ritirarsi dall'iniziativa (vedi notizia FreshPlaza del 16/10/2012).
Conclusione: i produttori trentini sono rientrati dalla finestra e procureranno circa il 70% della fornitura locale (vedi notizia FreshPlaza del 19/10/2012). A scapito però dei produttori veneti, "vittime di una guerra delle mele che non fa bene a nessuno – sottolinea Manzato – a partire dai ragazzi e dai responsabili scolastici, per finire con le imprese agricole e i programmi di confezionamento e distribuzione".
"Noi abbiamo voluto chiudere la questione subito, trovando un accordo con la Provincia di Trento, perché sappiamo che l’obiettivo è il benessere dei ragazzi. Tuttavia aprire in corsa una diatriba per motivi di bottega – aggiunge Manzato – non sta bene: i nostri produttori sono rimasti fuori da passati appalti per "Frutta nelle scuole", ma non abbiamo mai pensato di cambiare le carte in tavola danneggiando altri, né di creare fumo o polemiche. Se le regole ci sono, vanno rispettate, al di là di quelle che potevano essere le aspettative".
"Il programma ministeriale - prosegue Manzato - richiede probabilmente nuove regole di attuazione, per avvicinare ancor più, anche fisicamente, i ragazzi alla frutta e verdura di stagione del loro territorio. Voler cambiare le regole in corsa però fa solo male ai produttori e al progetto stesso".
"Meglio abbassare i toni e non rimpallare accuse – conclude Manzato – e piuttosto operiamo a monte: iniziative di questo genere devono privilegiare i prodotti a km zero, peraltro valorizzati dal Veneto con una propria legge. Evidentemente, a qualcuno otto lotti locali di due o tre regioni ciascuno vanno stretti. Chiederò, e spero di avere su questo ampie adesioni, che le forniture vengano affidate ai livelli istituzionali e produttivi regionali, per avvicinare ancora di più i bambini ai tempi e ai prodotti di territorio e anche per evitare viaggi e tempi morti che caricano frutta e verdura di un non indifferente e non lodevole bagaglio di anidride carbonica".