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Nuova Zelanda: gli italiani trattano la batteriosi del kiwi in maniera diversa

Fred Harvey, produttore di kiwi di Te Puke (Nuova Zelanda), consiglia ad altri produttori di assicurarsi di avere prove concrete di batteriosi dell'actinidia (Psa) prima di far fronte a tale fitopatia. Harvey è appena tornato dall'Italia, principale produttore di kiwi dell'emisfero nord e ha riferito: "Gli italiani stanno approcciando la Psa in modo diverso che in Nuova Zelanda".

In Nuova Zelanda, Zespri consiglia ai produttori di far ricorso a trattamenti rameici - che si presuppone blocchino l'entrata del batterio nei frutteti - ma gli scienziati italiani non li consigliano. I coltivatori vengono invece incoraggiati nell'assicurarsi che le piante sopravvivano e prosperino - anche se colpite dalla batteriosi - utilizzando varie formule a base di nutrienti e mantenendo il terreno più sano possibile.

Zespri sostiene di usare la ricerca e la conoscenza italiana e che le informazioni vengono veicolate ai produttori, liberi di scegliere come gestire i loro raccolti.

Insieme all'ente Kiwifruit Vine Health, l'importante compagnia commerciale si è impegnata a stanziare oltre 10 milioni di dollari in ricerca sulle specifiche condizioni neozelandesi, ma ancora non si è trovata una cura per la Psa.

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