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Intervista a Roberto Viola, direttore del Centro ricerca e innovazione

Fondazione Edmund Mach: anche la ricerca della mela del futuro richiede aggregazione

Aver decifrato il Dna di vite, melo, fragola, pesco e pero potrebbe portare, nei prossimi anni, a una vera e propria rivoluzione sulle tavole di tutto il mondo, mirata a conquistare sempre più fette di mercato e a offrire ai consumatori prodotti "nuovi" in termini soprattutto di praticità e comodità.

In questo ambito, l'Italia riveste un ruolo di primo piano: è nei centri di ricerca del nostro paese, infatti, che si stanno facendo passi importanti verso i "frutti del futuro".



La scoperta del genoma della Golden Delicious, sequenziato nell’agosto del 2010 dai ricercatori della Fondazione Edmund Mach, in Trentino - che hanno decifrato anche Dna di vite e fragola e contribuito al sequenziamento di pero e lampone - è stato un passo fondamentale per aprire nuovi scenari.

Nei laboratori della Fondazione, che conta quasi 300 ricercatori di diverse nazionalità, si sta lavorando per migliorare le nuove varietà, rendendole sempre più appetibili, senza tuttavia trascurare il sostegno quotidiano ai produttori con nuovi strumenti e tecnologie.

Roberto Viola (nella foto accanto), direttore del Centro ricerca e innovazione della Fondazione Mach, spiega: "Da tempo siamo impegnati a selezionare varietà altamente innovative, prima con i programmi di miglioramento genetico classici e, più di recente, con il miglioramento genetico assistito con marcatori molecolari".

Questa attività si sviluppa lungo due filoni, le "Officine" e la "Stanza dei sogni".

"Le Officine – chiarisce Roberto - permettono di intervenire con un miglioramento delle varietà commerciali più interessanti per il mercato e per il produttore, in modo ad esempio da perfezionarne colore o forma, mentre la Stanza dei sogni è orientata verso cambiamenti radicali e una ridefinizione complessiva del prodotto che portino, in un futuro, a elementi innovativi importanti, come il colore della polpa, la componente organolettica, l'aroma e il contenuto di sostanze bioattive".

"In questo caso, usando le conoscenze derivate dallo studio del genoma si interviene con tecnologie avanzate – e non di ingegneria genetica - su cambiamenti che rispettino il consumatore e l'ambiente, con riguardo alla sostenibilità, che portino alla definizione di varietà ad elevato contenuto di elementi nutraceutici, di salubrità o resistenti alle patologie, in modo da ridurre o eliminare i trattamenti in campo e costruire individui customizzati per il mercato".



Ed eccoci al nucleo della questione. Per la creazione di varietà che rispettino le esigenze di tutta la filiera risulta fondamentale l'aggregazione di tutti gli attori. In quest'ottica, è stato costituito il Consorzio Innovazione Frutta tra la Fondazione Mach, le associazioni di produttori ortofrutticoli e i consorzi vivaisti del Trentino.

"Il primo obiettivo – continua Roberto – è l'individuazione di varietà adatte al nostro territorio, per un'agricoltura di montagna, ma che potrebbero adattarsi anche ad altre situazioni. Fondamentale è trovare modalità di collaborazione mista tra pubblico e privato".

Il pubblico si assume cioè il rischio per generare conoscenza (ad esempio prototipi di interesse per il mercato) insieme al privato che, a sua volta, investe risorse per testare le varietà che potrebbero generare valore commerciale.

Una volta superate queste due fasi, altri investimenti dovrebbero poi riguardare la creazione di un marchio e di una apposita campagna di marketing gestite da società competenti.

"La Fondazione Edmund Mach è disponibile a mettere insieme proposte, sulla base delle singole esperienze locali, che possano sfociare in un unico programma di ricerca nazionale. Il settore frutticolo è la nostra punta di diamante, sia in termini di Pil che di export, e la ricerca frutticola italiana è un punto di riferimento a livello internazionale", prosegue il direttore del Centro ricerca e innovazione.

Sarebbe davvero un'occasione sprecata non approfittare di questo momento di supremazia con progetti di valenza nazionale competitivi nei confronti di altre nazioni che – meglio organizzate – propongono con costanza nuove varietà. Roberto Viola porta anche un esempio della nostra scarsa organizzazione. "Pochi mesi fa il ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca ha pubblicato il Bando di ricerca per lo sviluppo e potenziamento di cluster tecnologici nazionali, con finanziamento al 25% dal ministero e al 75% da privati ma, nonostante la presenza di una specifica area dedicata all'Agrifood, per motivi burocratici il settore della produzione primaria non ha avuto possibilità di sfruttare questo strumento".

Insomma, necessitiamo con urgenza di meccanismi di aggregazione delle iniziative di miglioramento genetico assistito con finanziamento pubblico e privato.

"Sarebbe davvero il colmo – conclude Roberto Viola - pubblicare su prestigiose riviste scientifiche i nostri risultati e non riuscire ad applicarli o, addirittura, lasciare che altri li utilizzino per noi".

Contatti
Fondazione Edmund Mach
Roberto Viola
Via Mach, 1 
38010 San Michele all'Adige (TN)
Tel.: (+39) 0461 615126
Fax: (+39) 0461 615161
Email: roberto.viola@fmach.it
Web: www.fmach.it