Le nuove regole fissate dal Governo, che intendonodisciplinare i rapporti commerciali tra produttori e mercato e che per questo hanno creato fortissime aspettative nei primi, rischiano tuttavia di risolversi in un nulla di fatto.
La questione è una. Sulla scia del decreto vigente in Francia – che fissa l'obbligo di prezzi netti in fattura, i pagamenti a 30 giorni e il divieto di pratiche commerciali scorrette – l'articolo 62 dovrebbe garantire anche in Italia la trasparenza delle relazioni tra produttori agricoli, imprese di trasformazione e mondo distributivo. Ma ci sono già dei "ma".
Innanzitutto, in Francia ci si è limitati al settore ortofrutticolo, mentre l'Italia con questo articolo ha deciso di prendere in considerazione tutti i prodotti agroalimentari, deperibili e non.
Il pagamento a 30 giorni per i prodotti freschi e deperibili – come nel caso dell'ortofrutta - si rivela poi potenzialmente "aggirabile": alcune catene hanno già comunicato ai propri fornitori che richiederanno una fattura riepilogativa mensile (emessa nel mese successivo alle consegne) la quale, con il pagamento "30 giorni fine mese", nei fatti fa slittare il saldo a 75 giorni.
Quando poi i prezzi in fattura non sono netti, bensì al lordo di sconti, servizi e obblighi per il fornitore, essi vanno a incidere sul reddito effettivo, che può risultare anche "sforbiciato" del 10% rispetto all'importo della fattura. Un esempio per tutti: il costo di scarico dei prodotti viene spesso addebitato al fornitore, che si trova così a dover pagare le fatture dei servizi di facchinaggio addetti a questo servizio.
Gli agricoltori, dopo l'ottimismo iniziale, temono dunque che le nuove norme, oltre a non risolvere il nodo di certi comportamenti scorretti, possano aumentare la burocrazia, senza garantire alcunché a chi produce.
"L'estensione a questi ed altri settori delle norme che da oggi, 24 ottobre 2012, regoleranno i contratti di cessione dei prodotti alimentari, infatti, non ha tenuto conto delle dinamiche di specifici mercati, soprattutto nelle contrattazioni internazionali. Rischiamo di far crollare la competitività delle nostre aziende, perché saranno preferiti fornitori di altri Paesi che operano con condizioni più flessibili".


Come dichiarato dal presidente della Coldiretti, Sergio Marini: "Le nuove norme introdotte dall'art. 62 devono essere applicate da subito, ma con intelligenza. Se necessario, potranno essere previste delle norme tecniche in grado di oliare gli ingranaggi del provvedimento.E' comunque molto positivo, in particolare, che le nuove disposizioni considerino pratica commerciale sleale le condizioni contrattuali che determinano prezzi palesemente al di sotto del costo di produzione medio dei prodotti agricoli".