USA: il segreto per pomodori resistenti al marciume apicale risale a venti anni fa
Agli inizi degli anni 90, infatti, il professore di orticoltura Avtar Handa aveva sviluppato un pomodoro transgenico con un succo più denso che aveva una resa in passata superiore (+10%) al suo parentale, cioè pomodori non modificati. Il professore ha detto che molti produttori erano interessati alla varietà migliorata, ma non erano ancora pronti a portare il pomodoro transgenico sul mercato, così le scoperte della ricerca furono solo pubblicate ed i semi conservati.
Circa due anni fa, i ricercatori della Davis University (California, USA) chiesero al professor Handa i semi di questa linea migliorata di pomodoro. Essi erano particolarmente interessati alle osservazioni fatte dal professor Handa su come questo pomodoro transgenico accumulava il calcio, poiché molte malattie dei frutti sono causate proprio dalla carenza di calcio, in particolare il marciume apicale del pomodoro. Il professor Handa spiegò che il calcio si muove con difficoltà dal suolo alla pianta: questo è un problema nei pomodori ed in molte altre colture di ortaggi da frutto.
Il dott. Avtar Handa.
Handa diede i suoi semi ai ricercatori dell'UC Davis, Elizabeth Mitcham, che lavora nel post-raccolta della frutta, e Sergio Tonetto de Freitas, che prima era uno studente di dottorato e adesso è un ricercatore post-doc. Essi scoprirono che le piante di pomodoro del professor Handa contenevano una maggior quantità di calcio libero e mobile nelle cellule, cosa che permetteva una significativa riduzione del manifestarsi del marciume apicale. In base alle loro scoperte, pubblicate on line su "The Plant Journal", circa l’80% dei pomodori selvatici soffriva del marciume apicale in condizioni ambientali favorevoli alla malattia, mentre nelle stesse condizioni solo il 30% dei pomodori transgenici di Handa aveva manifestato la malattia. Mitcham scriveva che si era registrata una significativa riduzione della malattia: più del doppio.
Il professor Handa spiegò che i pomodori non modificati producono elevati livelli dell'enzima pectina metil-esterasi che forma acidi carbossilici liberi nelle pareti cellulari del frutto; questi acidi si legano al calcio e lo immobilizzano nel frutto. Se vi è un'elevata attività di questo enzima, la maggior parte del calcio presente nelle cellule viene legato alla parete cellulare, pertanto non è più disponibile per proteggere la membrana cellulare e per prevenire i disordini fisiologici.
Per produrre un succo più denso, la strategia del professor Handa si era concretizzata nel rendere silente l'enzima metil-esterasi nel pomodoro transgenico, riducendo così i siti di legame per il calcio all'interno delle pareti cellulari del frutto: questo aveva permesso che il calcio fosse utilizzato in altre parti delle cellule. Liberare il calcio dalle pareti cellulari aveva cioè permesso di superare la causa che sta alla base del marciume apicale del pomodoro.
Mitcham continuerà a studiare i meccanismi che causano il marciume apicale nei pomodori, così come cercherà di capire quale ruolo hanno la pectina metil-esterasi ed il calcio in altre malattie sempre dovute alla carenza di calcio, ma allargando gli studi alle mele, lattuga, peperoni ed angurie.
Il professor Handa ha aggiunto che ora che si parla più frequentemente di piante transgeniche magari i produttori di pomodoro potrebbero finalmente essere interessati al genotipo creato più di 20 anni fa. Ormai i tempi sono maturi, la tecnologia è affidabile e le persone stanno iniziando ad utilizzare piante geneticamente modificate.
Il dipartimento U.S. di Agricoltura, la CAPES Foundation e la Fulbright Program scholarship hanno finanziato la ricerca.