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Le linee guida emerse dall'incontro di Macfrut 2012

Gruppo di lavoro Melone di Areflh: interprofessione, programmazione, promozione

Il 27 settembre scorso, durante il Macfrut di Cesena, il "Gruppo di lavoro Melone" istituito dall'AREFLH – Assemblea delle Regioni Ortofrutticole Europee ha fatto il punto sulla campagna di commercializzazione di questo frutto, ormai prossima alla conclusione.

Erano presenti i delegati delle principali regioni produttrici europee, in particolare: Juan Màrtinez Bravo della Cooperativas Agroalimentarias di Castilla La Mancia, Bernard Mozzo della Associazione interprofessionale dei produttori di Melone (Aim), in rappresentanza della Francia, e Luciano Trentini, responsabile delle relazioni esterne ed europee del CSO, Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara.

Una prima considerazione ha riguardato il particolare andamento climatico che ha reso la campagna 2012 molto irregolare a livello europeo: positiva in Spagna, dopo tre anni disastrosi, anche per effetto di una sensibile riduzione delle superfici coltivate, addirittura catastrofica in Francia dove il clima non ha favorito i consumi, creando nel contempo surplus di scorte che hanno determinato forti contrazioni dei prezzi alla produzione.

Bernard Mozzo ha portato all'attenzione dei numerosi presenti il modello organizzativo francese e come l'organizzazione interprofessionale francese (Interfel) reagisca a queste difficili situazioni di mercato. Mozzo si è soffermato sulla programmazione della produzione e su come agricoltori e commercianti informino l'interprofessione su quantità trapiantate e previsioni di produzione. Ha inoltre ricordato la distribuzione della marginalità all'interno della filiera e come, ad esempio, la GDO sia costretta ad abbassare la propria marginalità nel caso che i prezzi di mercato scendano al di sotto dei costi di produzione.

Un modello da imitare?
"I produttori presenti hanno ascoltato con attenzione e credo che abbiano avuto modo di riflettere sulla situazione francese", ha dichiarato Luciano Trentini, che era presente anche nella sua funzione di vicepresidente di Areflh.

Riaffermando l'eccezionalità di questa campagna di commercializzazione, Martinez Bravo ha constatato come i produttori della regione Castilla la Mancia abbiano spuntato un prezzo medio al chilo sull'ordine dei 25-27 centesimi di euro per la cultivar Piel de Sapo, che rappresenta circa il 95% della produzione della regione, a fronte di un costo di produzione di circa 18 centesimi: "Prezzi veramente bassi se paragonati con quelli italiani o con quelli francesi, ancora più alti dei nostri".


Sala gremita e partecipanti molto attenti durante gli interventi dei rappresentanti europei.

Una campagna difficile in particolare al nord dove, dopo una buona partenza, siccità e caldo hanno comportato un accavallamento dei cicli produttivi tanto da far scendere il prezzo alla produzione sotto i 25 centesimi. "Purtroppo, mancando da noi un organismo interprofessionale che operi in modo efficace, non è possibile fare di più, se non cercare di programmare meglio la produzione e monitorare quei produttori, improvvisati e a volte poco professionali, che producono anche superfici importanti, senza avere pensato al mercato", ha detto il delegato spagnolo.

Come sappiamo, il consumo del melone è in diretta dipendenza dall'andamento climatico. Le condizioni meteo di quest'anno sembravano incidere positivamente sui consumi, dato il grande caldo, mentre la crisi economica - nonostante i prezzi abbordabili sia per i meloni retati che per quelli lisci (più in difficoltà per eccesso di offerta) - ha agito in maniera opposta.

Durante l'incontro è emersa una considerazione interessante: "La Grande Distribuzione - ha affermato Màrtinez Bravo - tratta questo frutto come un prodotto standard e quindi gli sforzi condotti per migliorarne la qualità non vengono valorizzati sufficientemente".

Anche il rappresentante francese ha posto in evidenza come sia difficile il rapporto con la GDO transalpina, che non sempre valuta in maniera adeguata i meloni di qualità, cioè quelli che hanno ottenuto la denominazione di prodotti Dop e Igp.

Un altro dei punti chiave sottolineati riguarda la comunicazione verso i giovani consumatori. Si è infatti valutato che - accanto a produzione e commercializzazione - occorre spingere sulla promozione e, soprattutto, aprire a nuovi segmenti di consumatori.


Luciano Trentini traduce l'intervento del delegato francese.

Il gruppo di lavoro si è dunque chiesto come promuovere il melone nei confronti di consumatori e distributori e come evitare le crisi di mercato.

Tra le risposte: una migliore programmazione della produzione e la creazione di un'organizzazione professionale o interprofessionale più forte, ad esempio costituendo per il melone un modello territoriale virtuoso che preveda l'obbligo di alcune norme di qualità e partecipazioni finanziarie per le attività promozionali. Un esempio che si potrebbe seguire, anche se non risolverebbe tutti i problemi.

Valutata anche l'ipotesi di dare attuazione a un programma promozionale europeo che dia risalto alla qualità dei vari meloni (Piel de Sapo per la Spagna, Charentais per la Francia e Retati per l'Italia), sia per il mercato interno di ciascun paese che per l'export. Questa opportunità sarà studiata da ciascuna delegazione ed eventuali decisioni saranno prese nella prossima riunione che si terrà al MEDFEL di Perpignan dal 22 aprile al 24 aprile 2013.

Le tre delegazioni presenti hanno inoltre deciso di proseguire gli scambi su problemi di carattere fitosanitario, sulle potenzialialità produttive e le previsioni di raccolta.