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Il successo del miglioramento genetico neozelandese dei piccoli frutti

Andrew MacKenzie è responsabile per lo sviluppo commerciale delle varietà vegetali presso l'Istituto di ricerca vegetale e alimentare della Nuova Zelanda (PFR). Tra le sue responsabilità figurano: massimizzare le opportunità di business per le varietà vegetali e l'acquisizione della proprietà intellettuale. Andrew è stato determinante per la concessione delle licenze e royalty di varietà come il kiwi Zespri Gold, la mela Jazz e i lamponi Wakefield.

In una sua relazione, presentata al Global Berry Congress di Londra lo scorso aprile 2012, MacKenzie ha presentato i successi del breeding neozelandese nel segmento dei piccoli frutti.


Per misurare il successo degli incroci varietali occorre valutarne la proprietà intellettuale, le royalty, l'assorbimento commerciale, la riconoscibilità da parte del consumatore, i vantaggi scientifici e l'impatto sul settore.

Tra gli strumenti necessari per incrementare le royalty dei piccoli frutti, MacKenzie ha citato l'impiego di metodi di incrocio intelligenti, lavorare su scala internazionale, mirare a varietà con benefici dimostrabili o differenziabili sul mercato. E, ancora, nuovi modelli di investimento e commercializzazione, attuazione di strategie di proprietà intellettuale, ecc.


Produzione mondiale 2010 di bacche (ton): la parte del leone la fanno le fragole (5.753.788 ton), seguiti da mirtilli, more selvatiche, gelso, mirtillo (916.300), ribes (640.968), lamponi (462.389), mirtillo rosso (394.606), mirtillo (384.681) e uva spina (110.534).

Le sfide che la Nuova Zelanda dovrà affrontare in futuro riguardano una fornitura globale al passo con la domanda, la mancanza di una massa critica, la commoditizzazione del prodotto, la distanza dal mercato, l’accessibilità ai mercati, i costi della conformità, l’elevato valore del dollaro neozelandese e, infine, i costi del terreno, del lavoro e di altri fattori.


La produzione 2010 di piccoli frutti (ton) nel mondo, in Nuova Zelanda e percentuale NZ sul mondo. Dall'alto in basso, fragole, ribes, lampone, mirtillo rosso, mirtillo, uva spina, altri.

Di fronte alla concorrenza globale, i produttori della Nuova Zelanda sono spinti ad aumentare la produttività e il valore per il consumatore, riducendo al contempo i costi di produzione. Secondo MacKenzie, le risposte alla sfida non possono che essere l'internazionalizzazione, l'integrazione, la meccanizzazione, la diversificazione, la differenziazione e l'innovazione.


Incrocio vegetale tradizionale: su un'ipotetica linea di accettabilità del consumatore, si trovano l'evoluzione del prodotto e l'applicazione di strumenti di breeding "intelligenti". Sotto, i costi di sviluppo.


L'esempio della batteriosi del kiwi: come l'influenza esterna produce una variazione graduale. L'ipotetica linea di accettabilità del consumatore non corrisponde a quella del produttore. Lo slittamento del modello riguarda le varietà resistenti al Psa.

Gli strumenti di incrocio intelligenti (che permettono di ottenere varietà più velocemente, "Better Faster cultivar") prevedono azioni chiave per aumentare il vantaggio da un punto di vista temporale e genetico. Tra queste: sviluppo e mantenimento del germoplasma, utilizzo di marcatori molecolari per i tratti fondamentali, la genotipizzazione rapida, la selezione dell’intero genoma, il sequenziamento individuale dei genotipi, la fenotipizzazione rapida, la rapida valutazione e scelta delle selezioni, ecc.

Tra gli aspetti decisivi per la selezione delle nuove varietà di piccoli frutti hanno precedenza assoluta le dimensioni, il colore, il sapore, la consistenza, la conservabilità, la produttività e l'adattamento ambientale. In più, risultano importanti la resistenza alle malattie, l'adattabilità alla meccanizzazione, gli alti livelli di sostanze fitochimiche, la funzionalità, i nuovi sapori e colori, l'efficienza idrica. Va poi sfruttata al massimo la reputazione salutistica dei frutti di bosco, sia in termini di genetica, che di ricerche sulla salute e nuove cultivar come alimenti funzionali.

"Il futuro - ha concluso MacKenzie - potrebbe riservare nuove varietà e nuovi sistemi di coltivazione, adattamento ai cambiamenti climatici, miglioramenti nell’impronta idrica e carbonica, frutti di bosco freschi raccoglibili meccanicamente, resistenze durature alle malattie, alimenti funzionali basati su indicazioni salutistiche convalidate e, infine, prodotti non ancora contemplati dal mercato".