Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Con reportage fotografico del mercato all'ingrosso di Rosario

Portando la dieta mediterranea in Argentina: la testimonianza di Renato Maggiolo

Reduce da una missione in Argentina, nella città di Rosario, Renato Maggiolo (in foto), esperto di ortaggi (è responsabile della piattaforma OPO Veneto di Lusia - RO), nonché di frutta, cucina e vini (è sommelier), ha inviato a FreshPlaza questa testimonianza, corredata da alcune fotografie:

"Siamo stati mandati in Argentina, nella città di Rosario, dall'Associazione Veneti nel Mondo e precisamente da Marco Di Lello, vicepresidente dell'Associazione Polesani nel Mondo, per tenere un corso di cucina tradizionale veneta ai discendenti dei veneti colà emigrati all'inizio del Novecento e raggruppati nella "Familia Veneta de Rosario". La specifica formazione sulla cucina veneta era stata richiesta proprio da loro. Il finanziamento è stato della regione Veneto e della città di Lendinara. Della delegazione facevamo parte io, esperto nelle produzioni agroalimentari tipiche del Veneto; Dante Brancaleoni, sommelier; Eros Veronese, cuoco.

Arriviamo a Rosario e, prima di tutto, bisogna capire quali sono i prodotti reperibili in loco che possano adattarsi alla cucina veneta. Dante va per enoteche e trova che nei vigneti di Mendoza si producono le stesse uve del Veneto. I vini sono ottimi e il prezzo inferiore a quello dell'Italia, a parità di qualità. Eros ed io, invece, ci rechiamo come prima cosa al mercato ortofrutticolo all'ingrosso.

Il mercato ortofrutticolo di Rosario
Avevamo già visitato la città di Rosario, un milione e mezzo di abitanti, constatando che è in tutto simile ad una città europea dei nostri giorni. Il mercato ortofrutticolo è invece paragonabile a quello di Padova degli anni Sessanta: tutta la movimentazione a mano e con carretti, verdure in grandi cassoni di legno riutilizzati e sporchi, addirittura cavolfiori sfusi messi in pila, nessuna cella e nessun camion frigo.

Clicca qui per accedere al reportage fotografico.



Con l'aiuto della nostra accompagnatrice inizio a conversare con il numeroso gruppo di commissionari e fruttivendoli che mi si è radunato attorno appena si è sparsa la voce che in mercato c'era un esperto di verdure venuto dall'Italia. In un posteggio di insalate vengo a sapere che le lattughe cappuccina ed iceberg sono per loro di recente introduzione.

Clicca qui per accedere al reportage fotografico.


La varietà più presente, che loro chiamano lattuga - senza nessun'altra specificazione - e che da sempre è coltivata in quella zona, assomiglia molto alla gentile che a Lusia coltiviamo da una trentina di anni e pensavamo fosse una nostra invenzione. E' simile anche nel gusto. Constato che, pur maltrattata come le altre verdure, questa lattuga rimane integra, dimostrando di essere molto resistente. Dopo poco entro in possesso di una bustina di semi professionali di questa lattuga che farò seminare a Lusia. Incrociandola con la nostra potremmo ottenere, chissà, una varietà più resistente.

Clicca qui per accedere al reportage fotografico.


A fine novembre vi è una stagione come c'è da noi a fine maggio e quindi dovrebbero essere presenti tutte le verdure; l'assortimento è invece limitato a pomodoro, peperoni, melanzane, zucchini, carote, le tre insalate menzionate e bietecoste. Posteggi pieni di cocomeri, meloni e zucche. Molto presenti anche patate, cipolle ed aglio.

Clicca qui per accedere al reportage fotografico.


La dieta locale e il corso di cucina
Parlando con le signore che frequenteranno il corso ci accorgiamo che di cucina veneta non è rimasto proprio niente nelle loro abitudini alimentari, anzi è sparita proprio anche la dieta mediterranea. Quotidianamente consumano carne cotta alla brace o in forno, patate fritte e un po' di insalate e pomodoro.

Ultimamente hanno reintrodotto la pasta, prodotta in loco, e soprattutto tante tipologie di paste ripiene che assomigliano a quelle italiane solo nei nomi. Ma c'è tanta voglia di conoscere la vera Cucina Italiana. Loro continuano a dire "veneta", ma capiamo che quel che serve loro è imparare anzitutto la dieta mediterranea, poi si potrà approfondire.

Al corso si sono iscritte una ventina di signore che vogliono far da mangiare bene per i loro famigliari, alcune ragazze con interesse culturale per la gastronomia e tre gestori di ristoranti. Pochi parlano italiano, ma tutti riescono a capirlo. Cerchiamo di usare un linguaggio semplice e ci aiutiamo con molte diapositive. Quando serve, due signore che conoscono perfettamente l'italiano per aver frequentato la scuola Dante Alighieri, dove si insegna in italiano, fanno da interpreti.

Per quanto riguarda le verdure, c'è tutto da insegnare: dalle modalità di monda e taglio ai vari tipi di cottura. Grosso limite alla diffusione dell'uso delle verdure è la scarsa qualità del prodotto ed il costo, che uguaglia quello della carne. Eppure il clima, il terreno e la disponibilità d'acqua sono quantomai favorevoli alla coltivazione di ortaggi.

Non è pensabile portare le nostre, ottime ed economiche, a quattordicimila chilometri di distanza. Basterebbe portare il nostro know-out. Forse è arrivato il momento per una nuova limitata emigrazione, specializzata in orticoltura!"

Renato Maggiolo
Data di pubblicazione: