"Sono disponibili le relazioni del workshop "Orti urbani e loro funzione sociale"
Per richiedere gli atti del workshop, cliccare qui.
Si ricorda che in data 1° dicembre 2011, a Pistoia, si terrà un corso di formazione, sugli Orti urbani come innovazione verde (clicca qui per per maggiori informazioni).
Gli orti urbani, oltre ad essere spazi di natura conservati nella città, spazi dimenticati
e riutilizzati per la produzione di ortaggi, hanno anche un altro importante ruolo: costituiscono un punto di incontro per la comunità, un tentativo di riequilibrare i ritmi frenetici imposti dalla società moderna, sostituendo le scarse relazioni spesso estemporanee con legami più veri e sinceri.
L'orto sociale è di per sé una forma di gestione partecipata dello spazio. Non si tratta solo di spazi privati coltivati, fini a se stessi. Infatti molti Comuni o associazioni danno alla gestione degli orti un approccio sociale e paesaggistico. Facendo leva sul fatto che il paesaggio è bene pubblico si può ben comprendere come l'attività dei coltivatori urbani non debba avere il solo e pur nobile scopo di autoproduzione di
cibo fresco, genuino, stagionale e naturale.
Il workshop di Padova ha discusso non solo di orti urbani, ma anche di orti didattici, di orti condivisi, di orti terapeutici e di orti della salute. I lavori hanno messo in evidenza anche le problematiche agronomiche connesse con questa orticoltura, e fornito alcune tra le possibili soluzioni sia in termini di progettazione sia di gestione agronomica. Sono stati illustrati tanto casi di orti di tipo tradizionale inseriti in aree urbane quanto soluzioni pensili collocate in orizzontale (tetti verdi) e/o in verticale.
Oltre alle soluzioni tecniche possibili per rendere attuabili gli allestimenti di micro-orti (tradizionali a terra e/o pensili) è necessario capire meglio ciò che massimizza il livello di soddisfazione per i "neo-orticoltori urbani". Infatti, questa emergente orticoltura consente di personalizzare ciò che ognuno di noi desidera in funzione delle sue peculiari esigenze. In altre parole, si può personalizzare un orto attingendo alla biodiversità disponibile sia negli agroecosistemi convenzionali (cultivar commerciali), ispirati al passato (varietà locali di vecchie cultivar) che in ecosistemi naturali. In questo ultimo caso sono molte infatti le specie spontanee valorizzabili per scopi multifunzionali: alimentari (erbe di campo), medicinali, aromatiche, ornamentali etc..
In un contesto di crescente globalizzazione, un micro-orto può dunque fornire quella riserva di spazio creativo ed espressivo personale, che risponda ad esigenze soggettive. La creazione degli orti non sarà dunque da interpretare come una realtà che allontana dalle campagne circostanti; al contrario, essa genera una sorta
di "ponte" che tende a mettere in comunicazione gli ecosistemi naturali e/o agrari con quegli ecosistemi urbani dove ormai trascorriamo la quasi totalità della vita quotidiana.