Dieci tra le principali associazioni della filiera agroalimentare hanno posto sotto i riflettori la questione del rischio, per colture cosiddette "minori" o per specialità agricole europee, di trovarsi in serie difficoltà a seguito della riduzione dei principi attivi utilizzabili nella protezione delle coltivazioni mediante agrofarmaci.
Stante la necessità che la popolazione europea abbia accesso ad un'offerta quanto più ampia ed economica possibile di prodotti agricoli e cibo, le organizzazioni hanno riconosciuto che il segmento delle "colture minori" (tra cui frutta, ortaggi, cereali, sementi, fiori e altre piante) e delle "specialità" è degno di essere preservato, rappresentando circa il 20-25% della produzione agricola complessiva della UE.
Le associazioni auspicano dunque la creazione di un programma specifico di sostegno a tali coltivazioni, anche in considerazione del fatto che uno studio richiesto dalla Commissione Europea ha confermato che il nuovo regolamento 1107/2009 non è in grado di risolvere la maggior parte delle questioni relative alle colture minori.
Tra le soluzioni pratiche indicate dalle associazioni ci sono anche un database europeo sugli agrofarmaci e sugli usi consentiti; un maggior utilizzo del mutuo riconoscimento tra Stati membri sui principi attivi consentiti nell'ambito di un singolo Stato; protocolli comuni per studi semplificati sulle colture minori e sulle specialità agroalimentari; la creazione di gruppi di studio sul settore. Le soluzioni indicate vanno nella direzione di facilitare lo scambio di informazioni tra gli Stati.